A fine maggio, pochi giorni dopo gli amici Nives Meroi e Romano Benet, in compagnia del valdostano Marco Camandona, Marco Confortola raggiungeva la sommità del Makalu.
Gli 8463 metri della vetta himalayana rappresentano il nono Ottomila dell’alpinista di Santa Caterina Valfurva che, come spesso gli accade, in quota ha festeggiato il suo compleanno: 45 candeline, sempre senza ossigeno.
Confortola si conferma uno degli scalatori più forti in Europa, un himalaista che non teme rivali. Ancora più grandi sono le sue imprese per quanto accadde l’1 agosto del 2008 sul K2. Quel giorno 11 colleghi morirono e Marco si salvò per miracolo, dopo una notte in bivacco a 8400 metri che gli costarono gravi congelamenti e l’amputazione di tutte le dita del piede. Esperienza che Marco ha raccontato in un libro molto toccante.
Nonostante questo non si è mai fermato e, tre anni dopo il Lhotse, ecco la nuova impresa. E altre, assicura, arriveranno.
Riascolta l’intervista a Marco Confortola