Si intitola Porno e libertà il documentario di Carmine Amoroso, uscito al cinema sfidando la censura e le complicazioni distributive legate al genere documentario. Un caso abbastanza raro, evidentemente, ma che non è riuscito a ottenere l’approvazione di Mark Zuckerberg che, al momento, gli ha oscurato la pagina facebook del film.
Un viaggio nella pornografia in Italia tra gli anni ’70 e ’80, attraverso la narrazione di Riccardo Schicchi, Ilona Staller, Marco Pannella, Lidia Ravera, Lasse Braun, Achille Bonito Oliva, Helena Velena e altri protagonisti dell’epoca, con immagini d’archivio e film a luci rosse.
Anni in cui film venivano messi al rogo, dalle immagini scomode di Pier Paolo Pasolini a quelle più romantiche di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Anni in cui era possibile mandare in Parlamento una pornostar com Cicciolina, con la complicità di Marco Pannella.
Qui la pornografia racconta le trasformazioni culturali e sociali dell’epoca, quando si poteva finire in carcere per possesso di riviste con foto di nudi e la sessuofobia andava a braccetto con il bigottismo della Chiesa. Il film è una denuncia a ritroso, che riporta agli inizi della liberazione sessuale quando un libro come Porci con le ali vendeva migliaia di copie, e che impone con forza una riflessione sull’oggi, sulla diffusione impazzita di materiale pornografico via internet e sull’ipocrisia di vietare immagini erotiche nel cinema o in altre forme d’arte.
Che in Italia il rapporto con l’erotismo sia sempre stato conflittuale non è un mistero e il film Porno e libertà riesce a mostrarlo molto bene.
Ascolta qui l’intervista al regista Carmine Amoroso