Si chiama Legge n. 273.
Si tratta della nuova normativa che la giunta regionale lombarda e il suo presidente, Roberto Maroni, puntano a far approvare, tra mille contestazioni dell’opposizione, in tema di gestione delle case popolari.
Un testo già approvato in Commissione, che ora affronta l’aula per il voto finale.
La filosofia di fondo è: portare pressochè tutta la materia sotto l’ala della Giunta, togliendola di fatto alla competenza del Consiglio Regionale.
Quella delle case popolari è una questione calda. Caldissima, come ha dimostrato la recente campagna elettorale a Milano.
La novità regionale è una legge-quadro, che lascia una discrezionalità davvero molto ampia all’esecutivo lombardo su alcune materie delicate – modalità di ingresso dei privati, stanziamento di fondi per la gestione e manutenzione, vendita del patrimonio edilizio pubblico – e restringe di fatto alcuni criteri previsti per l’accesso alla casa: dalle quote riservate alle fasce più deboli, agli anni di residenza necessaria per fare domanda.
A leggere il testo del norma, il quadro che ne emerge è quello descritto brevemente da Silvia Giacomini durante la puntata di Localmente mosso.
Ascolta Silvia Giacomini
“Questa è una brutta norma, che non risolve i problemi” commenta a Localmente mosso Umberto Ambrosoli, rappresentante del Patto Civico in Regione, durante una lunga conversazione che tocca più temi, dalla legge in discussione ai rapporti tra Regione e Comune in tema di case popolari.
Ascolta Umberto Ambrosoli