Domenica 5 settembre si sono concluse le Paralimpiadi di Tokyo 2020. È stata un’edizione eccezionale per la squadra Azzurra, che ha vinto in tutto 69 medaglie. Sono state le Paralimpiadi con più copertura mediatica della storia e con un’eredità che mira ad arrivare sempre più alla pari dignità tra atleti olimpici e paralimpici. Ai microfoni di Radio Popolare Lorenza Ghidini e Luca Gattuso hanno intervistato Pierangelo Santelli, presidente del Comitato Paralimpico Lombardo. L’intervista integrale è riascoltabile nel podcast della puntata di Prisma di lunedì 6 settembre 2021.
Possiamo immaginare la grande emozione che ha provato seguendo le ragazze e i ragazzi della delegazione italiana a Tokyio…
Certo, penso sia stato un risultato eccezionale. 69 medaglie. Solo alle Paralimpiadi di Roma avevamo fatto meglio di così. C’è da dire, però, che a Roma c’erano 22 nazioni e circa 400 atleti. Quest’anno a Tokyo hanno partecipato 4300 atleti da 169 nazioni diverse.
Pancalli, il dirigente del presidente del comitato paralimpico nazionale, ha detto di voler provare a triplicare il numero degli atleti che parteciperanno alle prossime Paralimpiadi. Che tipo di lavoro si potrebbe fare in questo senso?
La verità è questa: noi abbiamo veramente dei grandi atleti, ma siamo dei miracolati, perché le strutture in Italia sono pochissime. Facciamo tantissima fatica. Il nuoto paralimpico ha vinto 39 medaglie di cui 11 ori, ma voi non avete idea della fatica e dei sacrifici che il gruppo lombardo – quello più grosso in Italia – ha dovuto fare per poter nuotare. Una nazionale come la nostra ha bisogno di allenarsi 5 o 6 ore al giorno e di piscine in Lombardia ce ne sono veramente poche, specialmente nella zona di Milano.
Il nostro problema è la mancanza di strutture. Avremmo la potenzialità di portare tanti atleti a fare attività, ma non sappiamo dove metterli. Cercate sul medagliere paesi come la Cina e l’Ucraina. Guardate quante medaglie hanno vinto e quanti atleti hanno portato a Tokyo. Questi paesi hanno una cultura sportiva completamente diversa dalla nostra. Abbiamo bisogno di strutture adeguate se vogliamo aumentare il numero di ragazzi disabili che intraprende un percorso sportivo.
Alcune nazioni come Ucraina e Azerbaijan non ottengono grandi risultati nelle Olimpiadi, ma emergono nelle discipline paralimpiche. Qual è la loro forza?
La cultura della nazione. Hanno capito quant’è importante lo sport per le persone con disabilità e quanto si risparmia sulla sanità se si danno più contributi allo sport. Questi discorsi i nostri politici non li fanno. Non arrivano a capire quanti letti di ospedale si libererebbero se potessimo portare tutti i ragazzi con disabilità su una pista di atletica o in una piscina. Purtroppo non abbiamo le strutture. Questo è il nostro problema. Facciamo fatica a trovare gli spazi dove portare i ragazzi a fare sport.
Ci vogliono anche più contributi. Prendiamo la disciplina del Triathlon per esempio. Quest’anno abbiamo portato tre atleti a gareggiare e abbiamo vinto tre medaglie, ma sapete quanto costa allenare una ragazza o un ragazzo per il Triathlon? Un paraplegico per praticare questa disciplina ha bisogno di una carrozzina da corsa, di una hand-bike, della struttura per entrare in acqua e di tre tute: quella estiva, quella invernale e quella primaverile. Pensate al costo che un atleta deve sostenere per praticare questa disciplina.
Queste sono le grandi difficoltà che la nostra classe politica non riesce a capire.
Voglio però dire che quest’anno abbiamo fatto dei miracoli. Siamo stati veramente molto bravi. Sono orgoglioso di tutti i ragazzi che abbiamo portato a Tokyo. Abbiamo vinto 69 medaglie, ma abbiamo fatto anche 22 quarti posti. Guardate il sitting volley. Una squadra che esiste da soli 3 anni è riuscita ad arrivare alle Paralimpiadi e aggiudicarsi il sesto posto. Abbiamo veramente fatto vedere al mondo che possiamo fare molto di più. Non guardiamo solo alle medaglie. Pensiamo anche a quanti ragazzi potrebbero avvicinarsi allo sport. Io in Lombardia, lo devo dire, non so come potrò fare. Le società sono in grande difficoltà finanziaria e non abbiamo gli spazi.
Noi, da giornalisti, ci siamo concentrati di più sull’ attenzione mediatica inferiore, ma la vera differenza la fanno gli investimenti concreti?
Possiamo parlare anche dell’attività olimpica. Abbiamo vinto la medaglia d’oro con la squadra di inseguimento su pista, ma in Italia abbiamo una sola pista di ciclismo coperta. Siamo dei miracolati. facciamo delle cose incredibili. Quei ragazzi per allenarsi per prendere la medaglia d’oro e fare il record del mondo dovevano fare chilometri e chilometri, perché l’unica pista coperta di ciclismo è in Veneto.