Una delle tante news in un aggregatore. Il titolo, riportato su Liberoquotidiano.it, non lascia adito a dubbi: “Joe Biden dorme in mondovisione mentre il premier israeliano gli parla: il video che imbarazza il mondo”. L’articolo è corredato da una foto di Joe Biden con gli occhi chiusi e il capo reclinato.
Lo sconosciuto autore del pezzo (su Libero la firma è un optional) spara a zero sul presidente USA accusandolo di essersi addormentato durante un colloquio con il premier israeliano Naftali Bennet.
Il pezzo è ripreso da un articolo di Franco Bechis su “Il Tempo”, il quale ha però la furbizia di non citare direttamente la fonte. La notizia, in entrambi i casi, è pura spazzatura. Ma nel caso di Libero, la fake news ha del surreale.
Perché accorgersi che il video in questione sia un falso non è troppo difficile, nemmeno per i lettori di Libero. Lo stesso tweet che il prode giornalista (?) ha inserito nel suo articolo (?) riporta in calce la scritta “Contenuto multimediale manipolato”, l’avviso che Twitter inserisce quando sul social network viene condiviso un contenuto alterato.
Il filmato in questione, in pratica, è stato tagliato ad arte per dare l’impressione che Biden stesse dormendo. Nella versione originale è piuttosto evidente come non sia affatto così.
Domanda: prima di lanciarsi nell’elaborazione di leggi per bloccare i deep fake e la disinformazione su Internet, aprendo al rischio di una censura indiscriminata, non sarebbe più pratico che l’Ordine dei Giornalisti cacciasse a calci i direttori che diffondono fake sulle pagine dei loro siti?