Oggi Francesco Bettella ha vinto la prima medaglia italiana e il nostro portabandiera Federico Morlacchi ha partecipato alla sua ultima gara olimpica. In diretta dalle Paralimpiadi di Tokyo Claudio Arrigoni, giornalista de La Gazzetta dello Sport e autore per il Corriere della Sera del libro “Ribelli – personaggi e storie della Paralimpiade” ci ha raccontato queste e altre storie.
Poco fa Francesco Bettella ha vinto la nostra prima medaglia. È un nuotatore tetraplegico e oggi ha vinto il bronzo nei cento metri della sua categoria.
Il nuoto non si divide disabilità, ma per capacità funzionale, infatti si possono vedere varie disabilità insieme nella stessa gara. Francesco Bettella è un veterano dello sport paralimpico. Ha 35 anni e ha partecipato a mondiali, europei e diverse Paralimpiadi.
Francesco Vinse la prima medaglia anche a Rio De Janeiro, poi la spedizione italiana andò benissimo e vinse 39 medaglie. Speriamo che anche questa volta sia di buon auspicio.
È una persona straordinaria, un Ingegnere che si occupa di studiare sistemi di aiuto per chi ha disabilità. Studia la sua nuotata anche attraverso le sue conoscenze scientifiche e devo dire che gli riesce bene, perché arrivare a 35 anni e vincere una medaglia di bronzo è qualcosa di straordinario.
Forse è normale che dietro la vita di questi atleti si nascondano più storie.
Non solo di grandissimo impegno sportivo, ma anche storie umane, personali e professionali. Come sempre hanno dovuto fare un po’ più fatica di altri. Tu racconti tutto questo in “Ribelli – Personaggi e storie della Paralimpiade”. C’è una storia che ci vuoi segnalare oggi?
Sicuramente quella di Giada Rossi, che oggi ha passato le qualificazioni di tennis tavolo. Giada è una ragazza straordinaria, tetraplegia anche lei da quando era adolescente. È una storia molto particolare, ma che ha trovato nello sport non tanto una forma di riscatto, ma una possibilità di espressione che non sempre può capitare in situazioni simili. Giada ci emoziona sempre quando gioca. Oggi lo ha fatto in maniera bellissima, superando le qualificazioni. È una delle migliori del mondo e speriamo che nei prossimi giorni possa arrivare una medaglia. Francesco oggi ha vinto un bronzo che vale mille ori. Giada, forse, può arrivare a fare qualcosa in più.
In questi giorni sono diventato un fan di Elisabetta Mijno. Donna, chirurga e atleta paralimpica in corso per una medaglia…
In corso per una medaglia importante! Elisabetta è una delle migliori del mondo.
È una che, probabilmente, se non facesse la chirurga e non fosse così impegnata con il lavoro avrebbe potuto tentare di qualificarsi a livello Olimpico. La storia di Elisabetta è importante. È diventata paraplegica quando aveva 5 anni a causa di un incidente stradale. Ha fatto dei viaggi in Russia per cercare di trovare una riabilitazione efficace, ma la paraplegia è rimasta.
Elisabetta è una che non si dà tanto per vinta. Ha iniziato con vari sport poi ha trovato nel tiro con l’arco l’espressione migliore. È una grandissima.
“Mi impediscono di continuare, ma mi sono divertito” così Federico Morlacchi, il porta bandiera dell’Italia che è arrivato settimo nella finale dei 400 metri stile libero. Anche la sua è una storia meravigliosa…
Federico ha dato un po’ il la alla crescita dell’Italia nel nuoto. Oggi siamo la prima squadra al mondo in questa disciplina. Il medagliere degli ultimi mondiali di Londra è stato vinto proprio dalla nazionale italiana grazie anche a una medaglia d’oro di Federico. Prima di lui l’Italia vinceva qualche medaglia, ma non aveva un parco di vittorie così ampio. Con il suo impegno e il suo esempio Morlacchi ha portato molti ragazzi in piscina. Fra i tanti c’è anche Simone Barlaam che ha la sua stessa disabilità, un’ipoplasia alla gamba. In questo momento Simone è il miglior nuotatore paralimpico del mondo. Sono convinto che farà benissimo grazie anche a Federico, che è stato il suo mentore fin da quando è arrivato in piscina a Milano.
Foto| Federico Morlacchi, Brenden Hall AUS e Simone Barlaam parlano dopo la finale dei 400 metri stile libero