Dopo oltre mezzo secolo di conflitto bellico, più di duecentomila morti, 45mila desaparecidos e quasi sette milioni di sfollati interni, è arrivato il momento della pace in Colombia. Il governo del presidente Juan Manuel Santos e il leader delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (Farc, la guerriglia più antica del continente americano) Rodrigo Londoño (alias comandante Timochenko) hanno sottoscritto uno storico “cessate il fuoco bilaterale e definitivo”, ovvero la fine delle ostilità.
La firma è stata apposta a L’Avana sotto l’egida del presidente Raul Castro e del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, nonché dei presidenti di Cile, Messico, Venezuela, El Salvador e Repubblica Dominicana.
Il prossimo passo sarà (probabilmente il prossimo 20 luglio) la firma globale di tutti i punti degli accordi di pace via via concordati in questi tre anni e sei mesi di estenuanti negoziati a Cuba.
Secondo il cronogramma di applicazione dell’intesa entro agosto inizierà la tregua permanente con la concentrazione dei guerriglieri in 23 zone del Paese. Dopodiché prenderà il via la consegna e distruzione delle armi; con il conseguente inserimento degli ex ribelli nella vita politica del Paese. Il tutto nell’arco di meno di un anno.
Per il presidente Santos la guerriglia “ha finalmente scelto la via dell’opposizione politica legale”. Mentre il comandante Timochenko ha affermato come non ci siano stati “né vinti né vincitori”.
Sarà comunque un plebiscito popolare (nei prossimi mesi) a legittimare o meno gli stessi accordi di pace.
L’unico a dichiararsi pubblicamente (e insidiosamente) contro l’intesa è stato l’ultrareazionario ex presidente colombiano Alvaro Uribe.
C’è da augurarsi ora che non finisca tutto come a cavallo degli anni ’80 e ’90, quando il primo vero tentativo di pacificazione fra le parti fu frustrato per mano dei gruppi paramilitari (cui Uribe è strettamente legato) che assassinarono uno per uno tremila militanti dell’Unione Patriottica, braccio politico delle Farc.
La firma degli accordi con le Farc dovrebbe poi propiziare la conclusione delle trattative fra il governo colombiano e il minoritario gruppo guerrigliero dell’Esercito Nazionale di Liberazione (Eln).