Dopo 43 anni di permanenza, la Gran Bretagna ha votato per uscire dall’Unione Europea. I risultati ora sono definitivi: il Leave, cioè “lasciare”, vince con il 51,9% (la discrepanza è di 1,1 milioni di voti). Hanno votato oltre 46,5 milioni di britannici, il 72,2% degli aventi diritto. Il fronte del Leave ha vinto in nell’Inghilterra profonda, dove si concentrano la maggior parte dei votanti, in particolare al nord, e in Galles.
Il Remain invece ha avuto successo nella capitale Londra, in Scozia e Irlanda del Nord. Il primo effetto è stato sui mercati finanziari: c’è stato un immediato crollo della sterlina, al livello più basso dal 1985. Si tratta di un vero e proprio terremoto politico, che avrà conseguenze a livello interno e internazionale. Il leader nazionalista ed euroscettico dello UKIP Nigel Farage ha esultato: “E’ il nostro giorno dell’indipendenza”, ha detto, e chiesto le dimissioni del premier David Cameron. E’ probabile che ci saranno conseguenze sul governo, possibile un rimpasto o elezioni anticipate. Intanto la sterlina sulle borse internazionali perde terreno.
Si attendono reazioni anche da Bruxelles, visto che è la prima volta che un Paese lascia l’Unione europea. La procedura per completare il leave richiede un tempo di due anni e una lunga negoziazione. Si entrerà in una fase nuova, mai esplorata finora nella storia dell’Unione.