Il racconto della giornata di lunedì 26 luglio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Due morti sul lavoro oggi e un blitz alla Grafica Veneta, importante azienda di Cittadella, in provincia di Padova, che stampa di libri e pubblicazioni. Sono stati arrestati nove pachistani con l’accusa di lesioni, rapina, sequestro di persona, estorsione e sfruttamento del lavoro. E’ la stessa azienda che tre anni fa, per bocca del suo presidente Fabio Franceschi, si lamentava di non trovare operai. Il giudice del lavoro del tribunale di Taranto ha accolto il ricorso presentato dall’operaio dell’ex Ilva licenziato per un post su Facebook. Il punto sulla situazione sempre più critica in Tunisia, la chat di telegram “Basta dittatura” e la strategia politica di Matteo Salvini. Infine l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.
Blitz anti-caporalato alla Grafica Veneta
Due morti sul lavoro oggi. Nell’Avellinese un 28enne stava lavorando in un campo agricolo ed è rimasto schiacciato dal rimorchio carico di balle di fieno durante una manovra. Nella provincia di Forlì-Cesena un 38enne è stato colpito da pesanti lastre di pietra grezza che aveva appena tagliato insieme a dei colleghi. Intanto, notizia di poche ore fa, c’è stato un blitz alla Grafica Veneta, importante azienda di Cittadella, in provincia di Padova, che stampa di libri e pubblicazioni. Sono stati arrestati nove pachistani con l’accusa di lesioni, rapina, sequestro di persona, estorsione e sfruttamento del lavoro. Ai domiciliari anche l’amministratore delegato dell’azienda, Giorgio Bertan, e il direttore di area tecnica, Giampaolo Pinton, per sfruttamento del lavoro. Per la procura, i due dirigenti erano a conoscenza della situazione di illegalità e dei metodi violenti utilizzati dall’organizzazione di pakistani per soggiogare e intimidire i connazionali lavoratori dell’azienda. Grafica Veneta è la stessa azienda che tre anni fa, per bocca del suo presidente Fabio Franceschi si lamentava di non trovare operai. Franceschi che oggi, in una nota, ha sostenuto che l’azienda fosse all’oscuro della situazione.
(di Claudia Zanella)
L’indagine era partita il 25 maggio 2020, dopo che erano stati trovati un pakistano con le mani legate dietro la schiena e altri suoi connazionali picchiati violentemente. Alcuni sono anche finiti in ospedale. Le vittime, in quel periodo, lavoravano alla Grafica Veneta ed erano tutte dipendenti di un’azienda trentina, attiva nel campo del confezionamento e finissaggio di prodotti per l’editoria, di proprietà di padre e figlio, pakistani con cittadinanza italiana. Le indagini dei carabinieri hanno accertato che i due titolari assumevano connazionali per brevi periodi, con contratti regolari. In realtà poi gli operai erano costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno, senza pause né ferie o altre tutele. Non venivano date loro neanche le scarpe antinfortunistiche o altri dispositivi di protezione. In più dovevano versare parte dello stipendio ai titolari, o ai loro “fedelissimi”, e pagarsi anche l’affitto per un posto letto nelle case messe a disposizione dall’organizzazione, dove vivevano a decine. Alcuni hanno provato a rivolgersi a un sindacato, ma sono stati scoperti. Al loro ritorno a casa hanno trovato squadre di picchiatori ad attenderli. Così sono stati legati, picchiati e derubati di soldi, documenti e telefoni, così da impedire loro di chiedere aiuto. Poi sono stati caricati in auto e abbandonati per strada.
Reintegrato l’operaio dell’ex Ilva licenziato per un post
Il giudice del lavoro del tribunale di Taranto ha accolto il ricorso presentato dall’operaio dell’ex Ilva licenziato per un post sulla fiction di Sabrina Ferilli. Lo rende noto il sindacato Usb. Ora ArcelorMittal dovrà riassumerlo e pagargli un’indennità pari alla retribuzione globale dal giorno del licenziamento fino al reintegro. L’operaio, Riccardo Cristello, era stato licenziato il 7 aprile per aver condiviso su Facebook uno screenshot che invitava alla visione della fiction “Svegliati amore mio” in cui una mamma denunciava l’inquinamento di una fabbrica siderurgica ritenendola responsabile di aver provocato la leucemia che ha colpito la sua bambina. Abbiamo raggiunto Riccardo Cristello e questa è la sua reazione alla decisione del giudice
I partiti litigano sulla riforma della giustizia
(di Mattia Guastafierro)
Da una parte l’ostruzionismo del centrodestra, dall’altra le pretese del Movimento 5 Stelle. I lavori della Commissione giustizia si sono appena aperti, ma lo scontro tra i partiti è già nel vivo, in vista di venerdì quando la riforma del processo penale dovrebbe arrivare in Aula. Oggi i lavori si sono di fatto fermati per colpa di Forza Italia che vorrebbe allargare il perimetro della riforma anche al reato di abuso d’ufficio. Il centrodestra ha presentato un ricorso al presidente della Camera Roberto Fico, dopo che i propri emendamenti sono stati dichiarati inammissibili, bloccando di fatto la discussione. Tutto rinviato dunque a domani, in attesa che Fico si esprima sulla questione. Giornata di domani che potrebbe vedere anche una svolta sul nodo caro ai 5 Stelle, quello dell’improcedibilità, cioè la norma che estingue il processo se il rito dura più di due anni in Appello o più di un anno in Cassazione. Giuseppe Conte è atteso alla Camera, dove incontrerà i deputati 5 Stelle per fare il punto sulla strategia. Il Movimento tira dritto. Pretende che dalla prescrizione siano esclusi i reati per mafia e terrorismo, come lo sono al momento quelli che prevedono la condanna all’ergastolo. Alcune fonti parlamentari riferiscono che su questo punto specifico ci sia l’ok di Draghi e Cartabia che oggi si sono visti per affrontare la questione. La mediazione è già iniziata.
Roghi in Sardegna e maltempo al Nord
A Rozzano, nel milanese, una gru è caduta su un palazzo durante un forte temporale e si è spezzata. Nessuna persona è rimasta ferita ma l’edificio è stato evacuato. In queste ore in buona parte della Lombardia è in vigore un’allerta arancione della protezione civile, ma le notizie più gravi arrivano dall’Emilia, in particolare dalle province di Modena e Reggio, dove tre persone sono rimaste ferite in due incidenti diversi, per la caduta di un albero e per quella di una vetrata di un capannone. Sempre in Emilia centinaia di auto sono state danneggiate dalla grandine sull’autostrada A1, tra Parma e Piacenza. In Sardegna intanto l’enorme incendio scoppiato nei giorni scorsi in provincia di Oristano non è ancora stato spento completamente. Le cause del rogo restano da chiarire. Riccardo Chiozzi vive a Magomadas, uno dei paesi della zona in cui si sono diffuse le fiamme.
La strategia politica di Salvini
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Una dimostrazione di essere un fedele sostenitore del governo, e delle sue scelte, e una strizzatina d’occhio a chi nelle piazze contesta i provvedimenti dell’esecutivo. Insomma, il classico doppio binario leghista, di lotta e di governo, che vede nel segretario Matteo Salvini uno degli esponenti più rodati. In questo modo, vale la pena ricordarlo, Salvini prese il comando di un partito che rischiava la scomparsa, travolto dagli scandali che coinvolgevano la sua bandiera Umberto Bossi inchiodandolo a percentuali elettorali esigue, e lo portò nel giro di pochi anni al 30%, al governo e stabilmente primo partito nelle urne. Ora però il contesto è cambiato, e il leader leghista è schiacciato tra le pressioni governiste dei suoi colonnelli, in particolare Giancarlo Giorgetti, e il bisogno di non farsi erodere ulteriormente consenso popolare da Giorgia Meloni, che approfitta del suo ruolo di unica opposizione per marcare la distanza appena può dall’alleato rivale. La strategia salviniana per ora non cambia. Bulimia mediatica, come sempre, indirizzata sul solito doppio binario: da un lato si mostra sorridente col qr code vaccinale in bella mostra, dall’altro sbraita che farà di tutto per cambiare il provvedimento che introduce il green pass. Ma questa volta ha Mario Draghi che finge di ascoltare tutti e poi fa quel che vuole, e l’opposizione interna alla Lega (mai ufficiale, ma che alza la testa non appena il leader fa un passo falso). Il rischio, reale, è che stavolta non sia efficace, e che la Lega precipiti dal primo al terzo posto alle prossime elezioni. Una prospettiva che potrebbe avere ripercussioni anche sulla leadership di Salvini.
“Basta dittatura”, la chat contro il green pass
(di Elisabetta Barbadoro)
Sulla chat di telegram “Basta dittatura” le intenzioni sono chiare: tornare in piazza anche dopodomani a Roma e in altre città il prossimo sabato – e quelli a venire – contro l’obbligo di green pass. È su quel canale social che sono state organizzate le proteste di due giorni fa in 80 piazze italiane, venerdì molti utenti chiedevano chi ci fosse dietro la pagina ma la risposta sempre la stessa: “nessuno, è il popolo ad organizzare e l’autorizzazione non serve”. Sulla contrarietà alle misure anticontagio c’è in effetti una galassia eterogenea di comitati e associazioni diverse, oltre ai tentativi di partiti e movimenti di destra di cavalcare il tema.
Non si conosce l’identità di chi gestisce il canale, grazie ai filtri di Telegram, si sa però quali sono le associazioni più attive in questo luogo di ritrovo e di organizzazione on line. C’è ad esempio Vox, il movimento creato dal filosofo sovranista Diego Fusaro, e c’è M3v, il gruppo dell’ex leghista Luca Teodori, candidato sindaco di Roma e autore del blog 100giorni da leoni. Poi ci sono sigle nate prima della pandemia contro le vaccinazioni pediatriche obbligatorie previste dalla legge lorenzin del 2017, come corvelva e comilva. Quindi ci sono quelle nate con l’emergenza covid, come comicost, No paura day, e il movimento dei ristoratori antilckdown ioapro, che manifesterà anche domani a Roma.
Le proteste infine sono partecipate anche da gruppi dichiaratamente di estrema destra, come Casapound e Forza Nuova , così come non mancano i fan di Giorgia Meloni: che peraltro si è vaccinata proprio oggi. Ma i neofascisti non sono ai vertici del movimento: sull’immagine dell’account di basta dittatura infatti compare una svastica barrata: prima del corteo di sabato sulla chat alcuni chiedevano di sostituire la svastica con la falce e martello e la richiesta non è stata accolta dagli anonimi gestori del canale.
In Tunisia il presidente licenzia il primo ministro
La situazione in Tunisia continua ad essere tesa. Il presidente Kais Saied, dopo aver licenziato il primo ministro e aver sospeso per 30 giorni il parlamento, ha detto di aver mandato a casa anche i ministri della difesa e della giustizia. Il presidente ha detto di aver agito secondo la costituzione e che non si tratta di un colpo di stato, ma i suoi oppositori hanno classificato le azioni delle ultime ore come un golpe, e il Parlamento ha definito “nulle” tutte le decisioni del capo dello Stato, assunte “contro la Costituzione”. Nel pomeriggio Saied aveva anche fatto chiudere la sede locale di Al Jazeera, azione subito condannata da Reporter Senza frontiere che ha chiesto di rispettare la libertà di stampa e il pluralismo. Ad ora è ancora presto per prevedere con chiarezza la direzione che prenderà questa situazione, ma è chiaro che il paese si trova in bilico tra democrazia e una svolta autoritaria.
Abbiamo chiesto un parere sulla situazione ad Armando Sanguini, ex ambasciatore in Tunisia.
L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia
Sono stati 3.117 i casi di Covid accertati nelle ultime 24 ore, circa 1.500 in meno di ieri ma a fronte di un numero di tamponi molto più basso, come spesso accade la domenica. Sale infatti al 3,5 per cento il tasso di positività. In aumento anche il numero delle persone ricoverate: 4 in più i posti letto occupati oggi in terapia intensiva, 120 quelli in più negli altri reparti Covid.