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2001-2021: Radio Popolare torna a Genova

radio pop torna a genova 2001

Genova 2001, le immagini di quel ragazzo sull’asfalto di piazza Alimonda ci riportano all’incubo di 20 anni fa: l’assassinio di Carlo Giuliani, rimasto impunito, era solo l’inizio.

Quel 20 luglio uno dei cortei più grandi previsti in città, quello dei disobbedienti, fu attaccato a freddo, 20 mila manifestanti scapparono nelle vie e nelle piazze tutt’attorno, come schegge impazzite. Il carabiniere Mario Placanica sparò sapendo che avrebbe potuto uccidere, di morti del resto ne erano stati messi in conto ben più d’uno.

Il giorno dopo una fiumana di persone decise che bisognava esserci, nonostante la paura. Nessuno si immaginava la macelleria per le strade, poi l’assalto alla scuola Diaz, e ancora giorni e giorni alla ricerca di figli, amici, parenti dispersi e rinchiusi nella caserma di Bolzaneto, torturati cantando Faccetta Nera. “Tutto questo ha un nome”, disse allora il nostro direttore Piero Scaramucci in un editoriale: “stato di polizia”. Se la strage di piazza Fontana fu la perdita dell’innocenza per una generazione, Genova lo fu per quella successiva.

C’era un movimento che faceva paura: era giovane, determinato, vario e tanto tanto numeroso. E aveva ragione, non era difficile capirlo, la Storia gli ha reso il giusto merito ma intanto andava fatto fuori. Il Governo Berlusconi – Fini si prestò all’operazione, ma è difficile credere che fosse tutta farina del loro sacco. Ci sono riusciti? Crediamo di no, perché quel movimento aveva seminato bene: lo abbiamo rivisto nei social forum, nell’opposizione alla guerra scatenata da Bush dopo l’11 settembre, nei ragazzi di Fridays For Future.

Oggi, 20 anni dopo, quelle idee sono ancora più forti, e più difficile è sostenere che siano sbagliate, un altro mondo non solo era possibile, era ed è necessario. Radio Popolare in questi giorni vi riporta a Genova 2001, a quel corteo da cui tutto è cominciato, in quella piazza, nelle strade, fino alla scuola Diaz. Fu quello l’episodio politicamente più rilevante, con Bolzaneto e piazza Alimonda. E oggi, il 20 luglio di 20 anni dopo, noi di Radio Popolare diciamo a Haidi, a Giuliano e ad Elena che Carlo non lo dimenticheremo mai.

  • Autore articolo
    Lorenza Ghidini
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    Replica della puntata andata in onda il 19 dicembre 2025. A cura di Raffaele Liguori. Leggendo Mattarella, il rischio di «progressivo svuotamento del potere pubblico» e l’idea ferita di Stato. Nel suo discorso del 17 dicembre, Mattarella ci ha ricordato che «le nostre società – quelle del mondo occidentale - appaiono sfidate da insidiosi fattori di rischio». E il rischio forse più grave – visto lo spazio dedicato dal capo dello stato – è quello di «un progressivo svuotamento del potere pubblico, fino ad intaccare la stessa idea di stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta nei secoli». Cosa ci sta comunicando Mattarella? Che il dominio di alcuni poteri privati sta spiazzando il potere dello Stato, lo Stato moderno? Il presidente della Repubblica parla di “usurpatori di sovranità”. Professor Carlo Galli, filosofo della politica, Mattarella sta segnalando un problema gigantesco delle società occidentali: la forza del capitalismo sta travolgendo società e stato? Siamo oltre Margareth Thatcher e Ronald Reagan (inizio del neoliberismo), siamo a Trump e Musk, a Milei (siamo al tecno-feudalesimo, come lo chiama Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco)? E la filantropia, che cosa c’entra in questa storia di dissoluzione del pubblico per mano privata? Per concludere, alcune segnalazioni a partire dal discorso di Mattarella https://www.quirinale.it/elementi/123509; all’ultimo libro di Carlo Galli «Democrazia, ultimo atto?», (Einaudi, 2023). E poi Carl Rhodes, studioso australiano: «Capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia (Fazi, 2023)». Un’altra segnalazione riguarda un volume appena pubblicato dal Mulino dal titolo «Elite, filantropia e trasformazioni dello stato», della sociologa dell’università di Bologna Paola Arrigoni.

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    RINALDO GIANOLA - SOLDI! - presentato da Massimo Alberti

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    Martina Stefanoni ha intervistato Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, ex europarlamentare, che racconta del suo arresto avvenuto la settimana scorsa in Cisgiordania e della situazione nei territori occupati.

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    Carlo Altomonte, docente di politica economica dell’Università Bocconi di Milano, ci spiega cosa rischia l'Italia e l'Europa con i dazi di Trump e soprattutto cosa vuole il presidente USA (che non tassiamo i giganti statunitensi dell'high-tech). Francesca Spigarelli, docente di economia all'università di Macerata, analizza quanto converrebbe all’Europa rafforzare le sue relazioni con Cina e India. Il caso El Masry è stato portato in Parlamento dalle opposizioni vista la diserzione dei ministri e del governo nel spiegare il caso: Chiara Braga capogruppo PD alla Camera chiarisce cosa il governo deve chiarire urgentemente. Oggi Vittorio Arrigoni Vik, avrebbe compiuto 50 anni, lo ricordiamo con sua madre Egidia Beretta Arrigoni, con i libri, film e podcast a lui dedicati a partire da "Gaza. restiamo umani".

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