Oggi si è visto quale sarà la strategia per stravolgere la legge Zan. Prima Renzi ha spiegato in una conferenza stampa che la legge deve cambiare, altrimenti si andrà al voto segreto e la legge – testuali parole – è morta. Ovviamente Renzi si riferiva esplicitamente all’ostruzionismo della destra ma ha insistito anche e soprattutto su quello che ha definito l’ideologismo della sinistra. Insomma la legge così com’è non gli sta bene.
Poi la Lega ha cercato di prendere altre due settimane di dibattito in commissione giustizia del Senato, per allungare i tempi. Richiesta respinta, ma in aula al Senato si è trovata alleata la Presidente Casellati che ha concesso ai capigruppo di discutere di nuovo del ritorno in commissione. E lì è stata Italia Viva a proporre di accogliere la richiesta leghista. Una richiesta respinta ma che dà una idea della posizione del partito di Renzi.
Adesso cosa accadrà?
Domani e giovedi per tutto il giorno ci sarà la discussione generale sulla legge Zan, e la scadenza degli emendamenti è stata fissata entro il 20 luglio. E’ un risultato di mediazione tra chi chiedeva tempi lunghi e i fautori della legge perché i tempi si allungano di una settimana. Poi naturalmente dipenderà da quali e quanti saranno gli emendamenti e qui si gioca un’altra partita ancora: la Lega si prepara all’ostruzionismo con un numero molto grandi di emendamenti. E Renzi presenterà i suoi emendamenti? Probabilmente aspetterà di vedere se altri lo faranno e soprattutto se il dibattito si incarterà con l’ostruzionismo per poi mettere le carte in tavola dicendo di voler uscire dallo stallo.
Intanto è arrivata la notizia dell’indagine su Renzi e sul suo manager Lucio Presta. Ci sono state reazioni?
Non c’è stata alcuna reazione formale a questa notizia che arriva poche ore dopo la conferenza stampa in cui Renzi denunciava le inchieste aperte a carico suo e della sua famiglia da quando è in politica. In via informale invece alcuni tra i promotori della legge Zan erano addirittura preoccupati perché, sostengono, è un tema che potrebbe ulteriormente portare l’attenzione altrove. Ma il conflitto tra Renzi e altre componenti della maggioranza, a cominciare dal Movimento 5 Stelle, non si fermano al Ddl Zan. “E non è escluso che altri potrebbero decidere di attaccarlo sulla giustizia” dicevano nei corridoi del Senato.