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La chiusura del G20 di Venezia, il primo bilancio dei licenziamenti dopo lo sblocco e le altre notizie della giornata

G20 Venezia ANSA

Il racconto della giornata di domenica 11 luglio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Si è chiuso oggi il G20 di Venezia con la Conferenza internazionale sul cambiamento climatico. 422 licenziamenti alla GKN di Campi Bisenzio, 122 all’ABB di Marostica, 152 alla Gianetti di Ceriano: è il bilancio della prima settimana dopo la fine del blocco dei licenziamenti. Djokovic ha sconfitto l’italiano Berrettini alla finale di Wimbledon. Oggi a Cannes è passato “Tre piani” di Nanni Moretti, unico film italiano in gara per la Palma d’Oro. Infine l’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia e nel Mondo.

Cosa è emerso dal G20 di Venezia

Si è chiuso oggi il G20 di Venezia con la Conferenza internazionale sul cambiamento climatico. La direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva è tornata sulla necessità di creare un prezzo minimo delle emissioni di Co2, misura che, a suo parare, sarebbe più efficace dell’ipotesi, evocata dalla Commissione europea, di adottare meccanismi di correzione di prezzo delle emissioni alle frontiere.
Per il ministro italiano dell’Economia, Daniele Franco, i colloqui che si sono svolti tra i ministri delle Finanze e governatori in questo G20 “gettano le fondamenta per una forte azione internazionale” e “per un successo” alla conferenza Cop26 di novembre.
Intanto, durante la giornata, c’è stata una protesta degli attivisti di “Extincion Rebellion”: hanno posizionato tante scarpette da bambino in plastica sul ponte degli Scalzi a Venezia per spiegare che “Il G20 sta rovinando il futuro dei più giovani”.

Il bilancio della prima settimana dopo la fine del blocco dei licenziamenti

(di Massimo Alberti)

422 licenziamenti alla GKN di Campi Bisenzio, 122 all’ABB di Marostica, 152 alla Gianetti di Ceriano. È il bilancio – noto- della prima settimana dopo la fine del blocco dei licenziamenti. 3 grosse aziende fortemente sindacalizzate, più difficile sapere cosa si muove nel tessuto delle piccole imprese italiane dove spesso il sindacato non c’è.
Il decreto del governo del 30 giugno sanciva il ritorno alla facoltà delle imprese di licenziare. E le imprese licenziano, per spostarsi dove il lavoro è sottopagato, o per sostituire contratti tutelati con lavoro a tempo e precario. Inutile stupirsene. O voler chiudere la stalla quando i buoi son già scappati come il segretario PD Letta che solo ora vorrebbe “dei correttivi”, all’indomani, tra l’altro, della deregolamentazione dei contratti a termine inserita nel decreto sostegni e proposta proprio dal PD. Il suo ministro del lavoro Orlando, ha criticato il modo con cui sono arrivati i licenziamenti della GSK, via mai, definendolo “inaccettabile”. Come se esista un modo accettabile di togliere reddito ad una persona. Il segretario della cgil Landini parla di far west, e chiede al governo di far rispettare gli accordi. Il problema è che non ci sono vincoli da rispettare. Visto che la “presa d’atto”, firmata dal sindacato, parla di auspici e raccomanda ad impegnarsi, ma appunto senza alcun vincolo per le imprese. Il commento del presidente di confindustria è rivelatore: “i licenziamenti per cessazione erano consentiti anche prima” nota Bonomi. Non è un caso, infatti, che arrivino ora quando il clima è cambiato, sono arrivati il benestare della politica, e la presa d’atto del sindacato. Il decreto che ha sancito la fine del blocco dei licenziamenti ha spostato non solo i profitti della crescita, ma il potere decisionale esclusivamente dalla parte delle imprese. Che lo stanno usando nonostante la crescita. Le recriminazioni postume rischiano di suonare come le lacrime del coccodrillo.
La “presa d’atto” firmata dal sindacato, senza alcun vincolo ma solo una blando auspicio e raccomandazione ad impegnarsi, è stata interpretata, a torto o ragione, come un via libera. E non finisce qui: il clima cambiato lo si è visto con la campagna a reti unificate contro il reddito di cittadinanza, reo, secondo la vulgata, di impedire alle imprese di trovare lavoratori. Renzi arriva ad annunciare un referendum per togliere ai poveri anche quei 500 euro, come confindustria chiede da tempo. Intanto, su proposta PD, viene smantellato il decreto dignità nella parte in cui poneva vincoli ai contratti a tempo, che in Italia nella quasi totalità non arrivano a 12 mesi. Il paradosso, o forse non lo è, è che tutto ciò accade mentre gli indicatori per le imprese crescono e le stime del PIL vengono riviste al rialzo. Senza alcuna ipotesi di politica redistributiva, anzi, togliendo il poco che c’era.

Djokovic sconfigge Berrettini a Wimbledon

(di Matteo Serra)

Da una parte c’era un giocatore alla 30esima finale in uno slam, in cerca del 6 titolo di Wimbledon e il 20 in carriera nei 4 tornei più importanti del circuito; dall’altra un ragazzo di 25 anni, alla partita più importante della sua carriera da affrontare con l’onere e l’onore di essere il primo italiano ad arrivarci. Il risultato finale, 3-1 per Djokovic, non ha cancellato la differenza di caratura tra questi due giocatori, ma in quei 4 set Berrettini ha fatto di tutto per mantenere vivo il sogno. Già dal primo set, quando, complice l’emozione e la tensione, Djokovic si era portato 5-2, un parziale che sembrava essere il preludio di una partita già scritta, e che invece Berrettini con grande cuore e capacità è riuscito a rimontare e poi vincere. Da lì in avanti però Djokovic ha fatto capire perché sia il numero uno al mondo, cancellando praticamente ogni errore e rimandando indietro all’avversario qualsiasi pallina, anche quelle che la legge della fisica sembravano rendere impossibile da prendere. Con tre set vinti 6-4 6-4 6-3 in quasi 4 ore, Djokovic raggiunge Nadal e Federer a quota 20 titoli del grande slam, entrando nell’olimpo dei tennisti più grandi di sempre. Berrettini deve lavorare ancora molto per arrivare a questi livelli, intanto oggi pomeriggio ha comunque scritto la storia del tennis italiano.

“Tre piani” di Nanni Moretti debutta a Cannes

(di Barbara Sorrentini)

Due giorni intensi di cinema italiano. Mentre si cominciano a temere focolai della variante Delta, a Cannes 74 stanno passando i film azzurri. Da Jonás Carpignano con il suo documentario “A Chiara” contestualizzato nella Calabria divisa dalla ‘ndrangheta, i migranti e i campi rom; all’attualissimo “Oscar Micheaux” di Francesco Zippel, dedicato al primo regista afroamericano, che a inizio ‘900 realizzava film sui diritti dei neri.
Il delicato “Piccolo corpo”, della regista friulana Laura Samani, in un viaggio in cerca della vita.
E poi “Re granchio”, su un ribelle ottocentesco, girato nella Tuscia e in Patagonia. In concorso sorprende “La frattura” di Catherine Corsini, in un ospedale a Parigi durante le proteste e gli scontri dei gilet jaune, con Valeria Bruni Tedeschi e Marina Foïs, coppia in crisi nel momento più caldo del governo Macron.
Oggi a Cannes è passato “Tre piani”, unico film italiano in gara per la Palma d’Oro. Tratto dal romanzo omonimo di Eskhol Nevo, il film intreccia le storie di alcuni condomini dello stesso palazzo. Un pretesto per indagare ancora una volta i sentimenti umani più intimi e per la prima volta con una sceneggiatura non originale. Come ha spiegato Nanni Moretti al microfono di Barbara Sorrentini:


 
  

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Intorno a 1.400 i nuovi positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia. Stabili rispetto a ieri ma con meno tamponi effettuati. Tanto che il tasso di positività sale dallo 0.67% di ieri allo 0.97% di oggi. 7 le vittime, ieri erano state 12. Ancora in calo i ricoveri, restano stabili le terapie intensive.
Con la variante Delta aumentano i contagi anche in altri paesi europei. Ce ne parla Claudia Zanella che ci ha raggiunto in studio:

La variante Delta sta cambiando lo scenario in diversi paesi. Il ministro degli esteri francese ha dichiarato che siamo all’inizio di una nuova ondata. Domani sera ci sarà il discorso del presidente Macron che annuncerà nuove misure. A Malta da mercoledì chiuderanno le frontiere per chi non è completamente vaccinato da 14 giorni e non ha un certificato Green Pass europeo, britannico o maltese. Questo perché negli ultimi giorni tanti ragazzi stranieri, in vacanza sull’isola, sono risultati positivi al virus. Secondo le ultime notizie, sono 150 ragazzi italiani in quarantena a Malta. Ma ci sono anche studenti francesi e spagnoli in isolamento. Nel Regno Unito, invece, si sono registrati 30mila contagi nelle ultime 24 ore.

E qual è lo scenario in Italia?

Al momento in Italia, come abbiamo già visto nel Regno Unito dove la variante Delta è predominante, non si registra né un aumento di ricoveri né di morti. Ma i contagi salgono quindi la settimana prossima il governo riunirà la cabina di regia sul Covid, per valutare l’andamento dei dati in Italia e in Europa e sullo scenario che si apre con il circolare della variante Delta che sta facendo risalire i contagi. Il timore del governo italiano però è che a causa della lentezza della campagna vaccinale – solo il 43 per cento ha completato il ciclo – questa situazione non regga e che in poche settimane inizino a risalire anche la curva delle ospedalizzazioni e dei decessi.

Sentiamo l’immunologo Sergio Abrignani del CTS:


 

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    Replica della puntata andata in onda il 19 dicembre 2025. A cura di Raffaele Liguori. Leggendo Mattarella, il rischio di «progressivo svuotamento del potere pubblico» e l’idea ferita di Stato. Nel suo discorso del 17 dicembre, Mattarella ci ha ricordato che «le nostre società – quelle del mondo occidentale - appaiono sfidate da insidiosi fattori di rischio». E il rischio forse più grave – visto lo spazio dedicato dal capo dello stato – è quello di «un progressivo svuotamento del potere pubblico, fino ad intaccare la stessa idea di stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta nei secoli». Cosa ci sta comunicando Mattarella? Che il dominio di alcuni poteri privati sta spiazzando il potere dello Stato, lo Stato moderno? Il presidente della Repubblica parla di “usurpatori di sovranità”. Professor Carlo Galli, filosofo della politica, Mattarella sta segnalando un problema gigantesco delle società occidentali: la forza del capitalismo sta travolgendo società e stato? Siamo oltre Margareth Thatcher e Ronald Reagan (inizio del neoliberismo), siamo a Trump e Musk, a Milei (siamo al tecno-feudalesimo, come lo chiama Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco)? E la filantropia, che cosa c’entra in questa storia di dissoluzione del pubblico per mano privata? Per concludere, alcune segnalazioni a partire dal discorso di Mattarella https://www.quirinale.it/elementi/123509; all’ultimo libro di Carlo Galli «Democrazia, ultimo atto?», (Einaudi, 2023). E poi Carl Rhodes, studioso australiano: «Capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia (Fazi, 2023)». Un’altra segnalazione riguarda un volume appena pubblicato dal Mulino dal titolo «Elite, filantropia e trasformazioni dello stato», della sociologa dell’università di Bologna Paola Arrigoni.

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