Sei mesi fa il Pd annunciò la nascita di un intergruppo parlamentare con il Movimento 5 stelle e Leu: doveva essere il seme della nuova coalizione di centrosinistra.
Sei mesi dopo, quell’iniziativa (peraltro subito abortita) fa amaramente sorridere. Leu è un cartello rotto e comunque nei sondaggi non vale nemmeno il 3 per cento; e oggi il Movimento 5 stelle è imploso.
In altre parole, dell’ipotetica coalizione di centrosinistra è rimasto solo il Pd, con il suo 18-20 per cento. Attorno, il vuoto. I partner che il Pd aveva scelto per costruire l’alternativa alla destra sono spariti o quasi. Il centrosinistra, come tale, non esiste più.
Vi potete immaginare quindi facilmente chi festeggia di più stasera.
Salvini e Meloni, insieme hanno già il 40 per cento e si possono perfino permettere la concorrenza interna, nell’unico Paese al mondo che vede primo e secondo nei sondaggi due partiti della destra sovranista.
Alle elezioni politiche mancano solo due anni.
Ricostruire un’offerta partitica progressista e alternativa ai fasciosovranisti non è più un opzione. È un urgenza vitale.