250 anni prima della nascita di Cristo, dalle parte della Cina salì al trono Qin Shi Huangdi, letteralmente primo imperatore della dinastia Qin. Fu il primo ad unificare la Cina e si pensa che la parola Cina derivi proprio da Qin. Imperatore famoso in tutto il mondo.
A lui si deve la costruzione del mausoleo per la sua morte, oggi il sito archeologico più visitato in Cina. 6,3 chilometri quadrati, 40 anni di lavoro, oltre 700 mila schiavi utilizzati per la costruzione. Scovato per caso da un contadino cinese, il mausoleo ospita la camera funeraria dell’imperatore, non ancora portata alla luce, così profonda da superare le falde acquifere. Pareti di bronzo cosparse di cinabro.
A lui si deve la realizzazione dell’esercito di terracotta, 8 mila statue di soldati, 670 cavalli, 130 carri, a grandezza naturale, ognuna diversa dall’altra, un vero e proprio esercito che doveva accompagnare l’Imperatore nell’aldilà. Qin Shi Huangdi è l’ideatore della Grande muraglia cinese, la settima meraviglia del mondo. 8850 chilometri ancora in piedi, l’imperatore ne ordinò la costruzione di 21 mila chilometri, la metà della circonferenza dell’equatore. Può essere vista ad occhio nudo dallo spazio. Qin shi Huangdi è famoso anche per altro.
Famoso per aver bruciato tutti e sottolineo tutti i libri scritti prima della sua nascita. Libri che potevano minare il suo potere. Seppellì vivi oltre 460 intellettuali confuciani suoi oppositori. Cancellò tremila anni di storia. Chiunque venisse trovato in possesso di un libro, chiunque osava nascondere un libro, avrebbe lavorato per sempre e sottolineo per sempre, alla costruzione della Grande muraglia cinese.
Tanti provarono a nascondere antichi testi, perle di saggezza, la storia della propria gente. Chi venne scoperto subì un atroce sorte. Quando dallo spazio o in tv le immagini della Grande muraglia cinese vi riempiono gli occhi, ricordatevi di quegli uomini che si opposero alla cancellazione del passato, i loro resti giacciono ancora lì, da qualche parte, ai piedi della muraglia.