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Tratto dal podcast
Fino alle otto di gio 24/06/21
Ambiente | 2021-06-24
Alex Bellini è un esploratore e attivista ambientale, da anni porta avanti il suo progetto di navigazione sui 10 fiumi più inquinati del mondo. Ha attraversato fiumi come il Nilo, il Gange e il fiume delle perle in Cina. Quest’anno sta attraversando il Po, un fiume che oltre a essere il più lungo d’Italia riversa nel Mediterraneo tonnellate di plastica ogni anno.
Nella puntata di Fino alle 8 del 24 giugno 2021, Sara Milanese lo ha intervistato.
La navigazione è cominciata bene. Sto navigando, come sempre, a bordo di una zattera che mi sono costruito con l’aiuto del mio compagno di viaggio e delle persone che mi sono venute a trovare durante la preparazione. La zattera è composta da materiali raccolti sulle sponde. Fortunatamente in Italia c’è stata poca possibilità di raccogliere materiale di qualità e quindi ci siamo rivolti a una vicina isola ecologica.
Hai trovato un fiume meno inquinato di quelli che sei stato abituato a vedere nei tuoi viaggi?
Se dovessi limitarmi a dare un giudizio affidandomi soltanto a ciò che vedo, potrei che dire che il fiume è in buone condizioni. Purtroppo però, l’inquinamento peggiore è quello che non si vede.
In questi giorni sei passato da Cremona che è stata recentemente decretata la città con l’aria più inquinata d’Italia. Questo tipo d’inquinamento è invisibile, ma ha un impatto molto forte, potrebbe essere lo stesso anche per il Po?
Si, è la stessa cosa. La nostra navigazione è una forma di espressione. Stiamo cercando di rendere le persone, in questo caso gli italiani, più attente a quello che le circonda.
Abbiamo notato che in alcune situazioni il Po non è vissuto dalle persone locali.
Quelli che ancora vivono sul fiume ci hanno raccontato come si sia perso il contatto diretto con il Po, che una volta dava da vivere e arricchiva la vita di tutti i giorni.
Quando smettiamo di frequentarlo, il fiume diventa di nessuno, viene abbandonato e questo è l’inizio di tutto i mali.
Che tipo di accoglienza ricevi dalle persone che abitano lungo i fiumi che attraversi?
Siamo sicuramente siamo simpatici, perché ci hanno sempre trattato bene. La navigazione continua tranquilla. Oggi siamo a Boretto. Ieri siamo stato raggiunti da un piccolo comitato di accoglienza. È quasi un peccato lasciare questi paesi quando l’accoglienza è così calorosa. Abbiamo una missione da compiere. Dobbiamo portare questa zattera verso il Delta. Una volta arrivati a destinazione la zattera verrà smantellata e consegnata nelle mani di un artista, che la trasformerà in una panchina da donare alla città di Trieste.
Speriamo la gente che si sederà su questa panchina potrà conoscere la storia della zattera nata sul Po.
Quali saranno le prossime tappe?
Le mete del viaggio sono spesso legate ai contrattempi. Non esiste viaggio senza imprevisti e ne abbiamo avuto qualche assaggio. Il Po è un fiume gentile, ma ci sono dei piccoli problemi che arricchiscono il viaggio. Ad esempio ci siamo imbattuti in delle idrovore che risucchiano l’acqua dal fiume per immetterla nei canali d’irrigazione.
Quello che personalmente mi preoccupa, ma che in realtà non sarà un dramma, è che più ci avvicineremo al Delta più l’acqua perderà la sua potenza. Ci sono varie dighe a monte che diminuiscono la portata del fiume e lo rallentano. Questo permette all’acqua del mare di addentrarsi sempre di più all’interno del Delta, aumentando la salinità, impedendo l’utilizzo dell’acqua per la coltivazione, ma peggio ancora, non permettendoci di sfruttare la corrente del fiume che ci avrebbe portato verso il mare.
Viaggi da solo o in compagnia?
Insieme a me naviga il mio compagno di viaggi Emanuele Malloru. La bellezza del viaggio è poterlo vedere attraverso occhi diversi. Alla fine della nostra avventura Emanuele produrrà un documentario che servirà a diffondere il nostro messaggio.
Potresti regalarci un immagine che ti ha colpito durante questo viaggio?
Ieri sera abbiamo raggiunto una piccola spiaggetta sulla sponda del fiume, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: “non c’è nessuno che possa ospitarci nel raggio di 10 chilometri”. Abbiamo deciso di farci ospitare dal fiume. Dopo aver sistemato alla meglio una rete anti zanzare e acceso un piccolo fuocherello, abbiamo passato la serata sognando e immaginando le persone che, 2000 anni fa, vivevano in questo modo.
FOTO | Gabriele Galimberti