Con lo spoglio ancora in corso, ma con dati così definitivi, la vittoria di Virginia Raggi finisce immediatamente sulle pagine online di tutti i giornali del mondo. E’ soprattutto all’estero che diventa eclatante la conquista di Roma da parte del Movimento di Grillo, e non solo: si tratta di una donna, la prima volta di una sindaca a Roma.
Era nell’aria, ma i numeri sono ancora più forti di quelli attesi. Ha vinto ovunque, il Pd resta prima solo in centro e ai Parioli, i Cinque Stelle vincono pure tutti i Municipi. Anche se l’astensione a Roma è stata forte, a votare Raggi ci hanno pensato non solo gli elettori Cinque Stelle, ma sicuramente anche quelli del centrodestra, l’astensione forse questa volta ha colpito il centrosinistra.
Mettere alla prova i “grillini”, dopo anni di mancanze, errori e scandali. Stanchi di promesse non mantenute, i romani hanno votato il nuovo per punire o rottamare il vecchio, stanchi del degrado, dell’incuria e del malaffare emerso con “Mafia capitale”.
E dire che a Roma non si doveva neppure votare, se Renzi non avesse messo l’acceleratore due anni fa per cacciare Marino, che proprio perché “corpo estraneo” doveva rappresentare il nuovo a Roma. Ma in pochi mesi, prima la vicenda della Panda, poi gli scontrini, poi lo tsunami di Mafia capitale, la giunta Marino è entrata in crisi, e il commissariamento ha portato al voto di oggi.
“Sarò il sindaco di tutti”, ha detto a caldo Virginia Raggi, una sfida molto complicata, dove ogni scelta, ogni gesto sarà osservato e giudicato. A cominciare già da ieri sera, la scelta di non festeggiare fuori, in piazza o in strada, ma di andare direttamente a salutare Grillo che la stava aspettando nell’albergo dove alloggia.
E poi altri due punti importanti: la Giunta. La promessa era quella di portare a Roma esperti e professionisti di primo piano, ma i nomi ancora non si conoscono. Secondo punto: la squadra che dovrà affiancarla e il grado autonomia con il quale prenderà le decisioni. Finora, in campagna elettorale, ha avuto al fianco di Maio e Di Battista, ma dovrà governare la capitale senza dare la sensazione di essere guidata da Grillo e dallo staff di parlamentari. Tutte sfide che attendono la trentottenne romana, avvocata civilista, madre di un bambino, attiva nei meet up dai tempi del referendum sull’acqua.
Roberto Giachetti ha ammesso subito dopo gli exit poll la sconfitta. “Un miracolo” aveva definito Renzi il suo arrivo al ballottaggio. Ora il Pd dovrà ripartire da Roma, da un’opposizione sana e costruttiva.