Grazie a una rimonta di oltre 20 punti, Chiara Appendino del Movimento Cinque Stelle è la nuova sindaca di Torino. Eletta con il 54,56 per cento dei voti, ha doppiato il distacco che al primo turno la vedeva sotto di 10 punti rispetto al sindaco uscente Piero Fassino del Pd.
Novantamila voti in più, di cui solo 70mila potrebbero spiegarsi con quelli provenienti dal centrodestra e dalla Lega che, non tanto a livello locale ma nazionale, avevano dato indicazione di voto per lei.
Piero Fassino si è fermato al 45,4 per cento, in testa al primo turno con il 41,8. Per lui 168mila800 voti. Novemila in più rispetto al 5 giugno dove il candidato della sinistra Airaudo ne aveva presi 14mila.
Nella geografia cittadina solo il centro è rimasto fedele a Fassino con quasi il 60 per cento dei consensi mentre nelle altre sette circoscrizioni Appendino ha prevalso, confermando il vantaggio del primo turno negli storici quartieri operai come Mirafiori e Barriera di Milano, ma passando avanti anche nel “gentrificato” quartiere di San Salvario e la collina.
Nella notte di spoglio il primo a parlare è stato Fassino che dal suo comitato si è congratulato con la neo sindaca. Appendino è invece arrivata in Comune, con tutta la futura giunta, quando mancavano una decina di seggi alla fine dello scrutinio. Molta commozione, abbracci e gioia tra i neo consiglieri e assessori.
Si è presentata alla stampa con un discorso istituzionale e poco “da movimento”, che non prevedeva citazioni né per Beppe Grillo né altri. Ha parlato della città e alla città. Poi è scesa nella piazza di fronte al Palazzo Civico dove un centinaio di attivisti la attendeva al grido di “onestà, onestà” e “sindaco sindaco”, tra loro No tav e ragazzi dei comitati studenteschi di sinistra
Nessuna festa di massa e folla di elettori quindi. La città è rimasta silenziosa e riservata e come sempre si è svegliata con la fine di 25 anni ininterrotti di amministrazioni di sinistra.