L’esito del referendum sulla Brexit di giovedì prossimo stava creando paura e incertezza in tutto il mondo. Erano preoccupati i mercati finanziari, erano preoccupati i politici, erano preoccupati i sostenitori di quella che in fondo, nonostante tutti i suoi limiti e i suoi problemi, è l’unica unione politica tra stati a livello mondiale. A disposizione c’erano solo i sondaggi, che da tempo davano in testa proprio la Brexit, cioè il distacco di Londra da Bruxelles.
Tutto questo fino a giovedì scorso, fino all’omicidio di Jo Cox, la deputata del partito laburista uccisa nella sua circoscrizione, in Yorkshire, nel nord dell’Inghilterra. Un fatto che ha reso ancora più imprevedibile il risultato del referendum. La domanda che molti si sono fatti è che impatto avrà l’uccisione di Jo Cox sull’esito della consultazione. Nessuno lo sa.
La tragedia di giovedì, però, ha permesso una riflessione generale su una campagna molto dura, nella quale entrambi gli schieramenti hanno giocato sulle paure dei britannici. Un atteggiamento più comprensibile, anche se non condivisibile, da parte della campagna per la Brexit, visto che la paura è un sentimento che i politici sfruttano anche in altri paesi europei, pensiamo all’immigrazione in Europa dell’Est o alla sicurezza in Francia. Si tratta quindi di una dinamica piuttosto abituale.
Meno comprensibile, invece, la scelta di chi vuole evitare il divorzio tra Londra e Bruxelles, a partire dal primo ministro David Cameron. Cameron ha detto che la Brexit sarebbe un disastro, e il suo ministro delle finanze, George Osborne, ha aggiunto che l’uscita dall’Unione Europea si tradurrà in un taglio drastico alle pensioni e alla sanità. La campagna quindi è stata tutta negativa. Nessuno ha spiegato agli elettori quali sarebbero i vantaggi di rimanere agganciati all’Europa.
In questo contesto, Nigel Farage, il leader dello UKIP, e Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra, i due capofila dello schieramento per la Brexit, hanno avuto gioco facile, sottolineando semplicemente che la Gran Bretagna non trarrebbe alcun vantaggio dalla permanenza nell’Unione Europea. Nazionalismo e proclami anti-immigrati sembravano destinati a portare il paese a un divorzio annunciato da Bruxelles.
Adesso, invece, dopo l’omicidio di Jo Cox, che aveva fatto campagna a favore dell’Europa, è impossibile fare previsioni. L’unica certezza è che la Gran Bretagna, l’Europa, e tutto l’occidente stanno lentamente scivolando verso una pericolosa frammentazione politica e sociale.