MARADONA – EL TANGO INFINITO
Musica, immagini e parole per raccontare il più grande calciatore della storia
Un viaggio nei Sud del mondo tra Napoli e Buenos Aires, tra sogni e rivoluzioni.
Il 10 maggio, per omaggiare il più grande calciatore di tutti i tempi, saranno chiamati a raccolta personaggi di spicco del mondo dello spettacolo e dello sport. È una ricorrenza importante perché proprio il 10 maggio del 1987 il Napoli di Maradona vinceva il suo primo scudetto. L’evento sarà trasmesso in streaming gratuito sul sito e sulla pagina Facebook del quotidiano “Il Mattino” e su YouTube dal sito del Festival Storie di Cortile. La direzione artistica è curata dal giornalista de “Il Mattino” Federico Vacalebre e dal cantautore Andrea Parodi, in collaborazione col Festival Storie di Cortile e Radio Popolare.
Non sarà solo un tributo a Maradona, ma un viaggio suggestivo nei Sud del mondo tra Napoli e Buenos Aires, tra sogni, passione, rivoluzioni e riscatto sociale. Storie, aneddoti, canzoni. Entreremo nella bottega d’arte presepiale dei fratelli Scuotto e ci perderemo tra i murales dei quartieri di Napoli. Ascolteremo Massimo Ranieri, Edoardo Bennato, Maurisa Laurito, lo scrittore Maurizio De Giovanni, i rapper Clementino e Vincenzo Oyoshe, il regista Alessandro Siani e faremo un viaggio con le fotografie in bianconero di Sergio Siano.
Dai tempi del suo arrivo e di come i napoletani impazzirono letteralmente, di quel bisogno di adorazione che fece loro sfrattare le statue di Nostra Signora dalle nicchie sparse in città per infilarci le sue. Di emotività e genio. Di sangue e arena. Gli italiani sono un popolo emotivo. Specie gli italiani del sud. E forse c’è un popolo ancora più emotivo: gli argentini. Cosa succede se li metti assieme?
Gli sguardi degli scugnizzi che ti puntano dritto agli occhi, svelti, prematuri, adulti più di quanto non diventeranno da grandi. Nei quartieri dove si cresce saltando le tappe, dove non ci sono prospettive di un futuro diverso da quello dei tuoi genitori, tanto vale puntare all’impossibile. Dove il fatalismo è la traiettoria di un pallone, a cui è affidato il riscatto inatteso di una città pianeta, prezioso da ricordare in tempi in cui qualcuno vorrebbe una SuperLega…
Per gli adulti, la preghiera è qualcuno da adorare, è la richiesta di un miracolo che se non arriva si inveisce contro il Santo. Ma contro Diego Armando Maradona non inveì mai nessuno, perché lui non sbagliò mai, anzi sbagliò spesso e volentieri, sino al tragico e solitario finale. Ma nessun errore cancella l’amore, la dedizione, il sentirsi uniti in quella direzione ostinata e contraria che il 10 maggio 1987 sconfisse per la prima volta le superpotenze del calcio, come Davide fece con Golia. Maradona/Davide amò i napoletani e si fece uno di loro. Con lui i napoletani da ultimi diventarono i primi. E il pallone, per una volta, e poi un’altra ancora, e poi per sempre nella leggenda, tornò rotondo, gioco per scugnizzi e giocolieri fantastici non solo per finanzieri.
Maradona manteneva le promesse, in campo e fuori. E ai bambini piace chi mantiene le promesse. Lui li guardava negli occhi, perché era stato uno scugnizzo come loro. E, in un certo senso, non aveva mai smesso di esserlo. Gli idoli esauriti e prosciugati dalla nostra sede di idolatria. Meno male che ci sono i bambini, non ad adorare, ma ad amare.
Canzoni celeberrime e sconosciute, classiche e postmoderne, tanghere e rockettare, melodiche e hip hop, ricordi, omaggi e atti di venerazione laica, anzi profana completeranno questo catalogo maradoniano: perché non possiamo non dirci maradoniani.