Maroni 4 anni fa offrì il Pirellone come sede dell’Agenzia del Farmaco sfrattata dalla Brexit. Per l’EMA l’Europa preferì Amsterdam a Milano: diffidenza verso la nostra voglia di riforme sperimenta ora anche da Super Draghi. Si gridò al tradimento. Ma Milano e Lombardia davvero volevano l’EMA? Farne leva per riformare il prontuario farmaceutico? Affrancarsi da Big Pharma e risparmiare 10 miliardi l’anno come dice Garattini? O era una bandierina e poi non cambiar nulla?
Ci son state le opportunità per professare fede nella ricerca e nella salute-servizio-pubblico, e agire: allo scoppio della pandemia e ora col Piano di Ripresa e Resilienza. Nessun Vento del Nord è però spirato, anzi. I politici, senza distinzione di schieramenti, han memoria corta e forse altri interessi. S’è visto dal caos dell’azione regionale nella prima fase; poi nella seconda ondata; quindi nella campagna vaccinale. Da Milano e Lombardia non son stati sollecitati specifici investimenti e mete che prendendo atto dei fallimenti riformassero sanità, ricerca, farmaci. Draghi ha annunciato 20 miliardi per telemedicina e rapporto salute-territorio; con indicazioni vaghe per la ricerca.
L’esito prevedibile è duplice. Che per gli interventi si avvii la macchina della spesa, ma latitino idee e strategie su servizio pubblico e centralità della persona. Nuove e stringenti linee guida son necessarie per una Regione che ha smantellato prevenzione e medicina di base e non ha cambiato la legge Maroni come il Governo le aveva chiesto; una Regione che quanto a novità ha il taglio di capelli della signora Moratti che fa tendenza a Milano, ha scritto Il Domani.
Altro esito temuto è che a Lombardia e capitale del post Expo vada bene continuare così: non puntare su pubblico, innovazione e ricerca, base per riportare a casa cervelli, fonte di sviluppo e applicazioni (farmaci e vaccini!); esser periferia in cui multinazionali d’una parte o l’altra del mondo (la Lega che tifa Sputnik in Lombardia) collocano succursali dove infialare brevetti frutto di ricerche fatte altrove; terra di conquista per stabilimenti farmaceutici, che, finita la convenienza, emigrano. Diavolo d’un’EMA e di chi se l’è portata via!