Larossi Abdalla, ragazzo francese di 25 anni, lalle 20.30 del 13 giugno ha accoltellato a morte una coppia di poliziotti, a Magnanville, alla periferia di Parigi. Il figlio della coppia, di tre anni, è rimasto illeso. Abdalla ha postato le foto delle due vittime su Facebook e sull’applicazione Facebook Live ha registrato un video di 13 minuti (ora cancellato dal social network) in cui rivendica l’appartenenza allo . Il terrorista, nel video, ha affermato di aver “risposto favorevolmente all’appello dello sceicco Adnani” (Abu Mohamed Adnani, numero due di Daesh, ndr), a cui dedica il duplice omicidio. Il messaggio video su Facebook si chiude con un’esortazione a “uccidere poliziotti, guardie carcerarie, giornalisti e rapper”, mentre “Euro 2016 diventerà un cimitero”. Nel corso dell’intervento della polizia sul luogo del duplice omicidio, Abdalla è stato ucciso da colpi di arma da fuoco.
EN DIRECT. #Magnanville : La police n'aurait rien trouvé au domicile du tueur https://t.co/swfSHe9UJ3 pic.twitter.com/suDz7dcqVC
— L'Express (@LEXPRESS) June 14, 2016
L’agenzia di stampa Amaq, organo di propaganda del sedicente califfato, attribuisce l’attentato ad “un combattente dello Stato Islamico”. Secondo la direttrice di Site Group Rita Katz, si tratta, più che una rivendicazione, dell’“elogio” dell’azione di un radicalizzato, come accaduto per la strage di Orlando.
Lancement de l'hommage au commandant de police et à sa compagne tués hier soir #Poissy #Magnanville #SoutienPolice pic.twitter.com/2gVNTAwajm
— KARL OLIVE (@KARLOLIVE) June 14, 2016
IL PASSATO DI ABDALLA – Le prime indagini sul passato di Abdalla rivelano che già nel 2013 il ragazzo era stao condannato a tre anni di prigione, insieme ad altre sette persone, per “associazione a delinquere finalizzata alla preparazione di atti terroristici”. Secondo i risultati dell’inchiesta, Abdalla avrebbe contribuito al reclutamento di jihadisti dalla filiera afghano-pakistana. La polizia francese lo teneva sotto stretto controllo da quando era finito nell’entourage di un francese parito come foreign fighter per la Siria.
Il quotidiano francese Le Figaro ha intervistato Marc Trévidic, il procuratore che ha condotto le indagini sul conto del terrorista. Due membri del commando jihadista, ricorda il magistrato, erano partiti per il Pakistan. “All’epoca – spiega al quotidiano parigino – a parte le cattive frequentazioni e qualche corsa per mantenersi in forma, non c’erano grandi cose sul suo conto sul piano delle azioni penali”. La pena a cui era stato condannato è stata poi ridotta di sei mesi.
Solidarité avec nos policiers. #Magnanville #AvecNosPoliciers pic.twitter.com/TKUE7AGId5
— Gouvernement (@gouvernementFR) June 14, 2016
LE REAZIONI ALL’ATTACCO – Il primo a prendere la parola per commentare il duplice omicidio di Magnanville è stato il presidente Francois Hollande. Si tratta “incontestabilmente di un atto terroristico”, commenta il presidente francese e la Francia dovrà affrontare a lungo “una minaccia terroristica di vasta scala”.
Dopo Hollande è stato il turno di Manuel Valls, il primo ministro. “Siamo in guerra contro il terrorismo”, ha detto Valls. Secondo il primo ministro l’attentato ha avuto come obiettivo le forze di polizia per il lavoro che stanno svolgendo contro il terrorismo. “La Francia – ha aggiunto – è attaccata per i suoi valori e per la sua democrazia”.
In un comunicato, la Presidenza francese ha diffuso una nota con la quale, in segno di lutto, ordina di ammainare il tricolore dalle 12 odierne fino al 17 giugno.