Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un testo di alcune centinaia di pagine che Unione europea e Stati Uniti stanno negoziando dal 2013. La bozza di trattato riguarda la liberalizzazione di una serie di norme che riguardano il commercio e gli investimenti.
Bruxelles e Washington hanno iniziato a negoziare questa bozza di trattato tre anni fa nella massima segretezza. Soltanto successivamente, e col contagocce, sono stati diffusi i contorni generali del trattato, a partire dalla fine del 2014. Il 2 maggio scorso Greenpeace è riuscita a ottenerne alcune parti e a rivelarne il contenuto. “Con questi negoziati segreti – ha scritto l’associazione ambientalista – rischiamo di perdere i progressi acquisiti con grandi sacrifici nella tutela ambientale e nella salute pubblica”. Un messaggio preoccupante.
Dalla Francia, il presidente Hollande, il giorno dopo i “leaks” di Greenpeace, è sembrato voler imprimere uno stop al TTIP: “Noi – ha detto il presidente francese – non accetteremo mai la messa in discussione dei principi essenziali per la nostra agricoltura, la nostra cultura, la reciprocità nell’accesso agli appalti pubblici”.
In realtà le intenzioni di Parigi sarebbero ben altre, se si rivelassero fondati altri “leaks” come quelli diffusi il 18 maggio scorso dal gruppo “Seattle to Brussels Network”. Secondo queste rivelazioni Francia, Austria, Germania, Finlandia e Olanda stanno premendo per introdurre anche all’interno dell’Unione europea una delle parti più contestate del TTIP. Si tratta del modello di arbitrato “privato” (ISDS, investor-state dispute settlement) usato per regolare le dispute tra aziende e stati. L’ISDS andrebbe a tutto favore delle aziende, in particolare delle multinazionali che possono permettersi di far causa agli stati.
La vicenda del TTIP è quindi ancora aperta.
Qualche cambiamento sembra comunque esserci. Anche se minimo. Per esempio sulla segretezza delle trattative. Le carte del TTIP sono diventate consultabili, ma solo da pochi e a rigidissime condizioni che rendono difficile la comprensione del contenuto.
Giulio Marcon, deputato di Sinistra italiana, si è avvicinato a quei documenti negli ultimi giorni.
In questa intervista Marcon ci racconta come è riuscito a leggere quelle carte e quali novità ha scoperto.
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