“Dana Libera!”
Oggi al Piccolo Teatro Aperto di Milano abbiamo parlato di montagna, di rifugi come luogo di accoglienza, cura e cultura.
Ascoltavo incantata le parole di Cognetti, Fabris e Girardi che si alternavano a quelle sempre puntuali e gioiose di Ira Rubini che oramai da giorni ci segue e supporta trasmettendo ogni mattina Cult dal Chiostro Nina Vinchi.
Sollevata dal suolo ascolto i racconti di rocce e cornacchie, di vette e silenzi musicati, poi la parola passa ad Alberto Di Monte.
Abo, così lo conosciamo, racconta del suo nuovo libro “Sentieri Migranti”.
Una guida escursionistica che ripercorre i cammini dei migranti che attraversano il confine, riflessioni profonde su quanto accade ogni giorno e che non dobbiamo mai dimenticare.
Ecco che il mio pensiero va all’altra montagna quella così poco narrata, quella che porta il peso di donne, bambini e uomini che si giocano l’ultima possibilità per poter vivere.
Allora inizio a ricordare Claviere, dove in un assurdo campo da golf, ricavato distruggendo un bosco pianeggiante, una pallina può varcare il confine e un uomo no.
Ci sono stata a Claviere.
Con i Saltimbanchi Senza Frontiere.
Eravamo trecento artisti provenienti da tutta Italia.
In parata siamo arrivati al confine.
Ci siamo tolti le scarpe davanti alla Gendarmerie.
Le abbiamo deposte in fila e abbiamo fatto silenzio.
Seicento scarpe.
Come simbolo di passi.
Ho lasciato le mie preferite, quelle del debutto del mio spettacolo più fortunato.
Rosse di vernice.
Spero che una bambina le abbia raccolte.
Al confine i bambini non sono tutti uguali.
I figli dei turisti dell’alta valle camminano nelle goffe tute da sci indossate anche a maggio.
I figli dei migranti camminano avvolti nei sacchi a pelo ricevuti in dono da chi non resta indifferente.
In Val Susa, i No tav prestano soccorso a chi in quei sentieri speranze ne ha poche, perchè il buio e il freddo sono mostri che ti colpiscono al petto.
Sono crudeli coloro che usano le montagne come muri, violano il creato e l’esistenza.
I No tav insegnano a rimanere umani, difendono la valle e rischiano la loro stessa vita per salvarne altre.
Eppure in valle continuano a compiersi blitz della polizia, arresti, e processi con sentenze ingiuste.
Il 14 aprile 2021 il Tribunale di sorveglianza deciderà se confermare la detenzione o concedere le misure alternative a Dana Lauriola.
Dana è stata condannata e sta scontando la pena da sei mesi perchè ha spiegato al megafono le ragioni della sua lotta, le è stata negata la pena alternativa perchè ha tenuto fermi i propri ideali politici e la propria opposizione al Tav e perché abita nella valle in cui ci sono i suoi affetti, i suoi interessi, i suoi compagni di vita e di militanza.
Prestare soccorso Non è un crimine. Omettere soccorso sì.
Difendere una valle Non è un crimine. Oltraggiarla sì.
Dana Libera! *
*da leggersi al megafono