Groenlinks, Sinistra Verde, i Verdi olandesi sono crollati alle elezioni di marzo perdendo 6 seggi su 14 e scendendo dal 9,13 (del 2017) al 5.16%. Sono rimasto sbalordito da questo risultato, in controtendenza rispetto all’onda verde elettorale di Germania e Francia, e ho cercato di capire i motivi. Ovviamente le interpretazioni che ho rintracciato, nei pochi articoli che ho trovato sono disparate.
Intanto bisogna vedere dove sono andati questi voti. Molto schematicamente si può osservare che gli europeisti progressisti D 66 sono aumentati di 5 seggi diventando il secondo partito olandese e che il partito animalista ha conquistato un seggio e ora ne ha ben 6, cioè tallona gli 8 dei Verdi di Groenlinks. Che strani questi olandesi, vero?
Ho trovato due indizi per cercare di spiegare il calo elettorale. Il primo ha a che fare con problemi di posizionamento politico e di voto “utile”. A un certo punto della legislatura che si è conclusa a marzo, Groenlinks aveva aperto negoziati con il premier centrista Rutte e con il suo partito per un possibile ingresso nella maggioranza di governo. Questa disponibilità, o perlomeno non preclusione, ha irritato o deluso una parte, non si sa quanto ampia, dell’elettorato verde olandese. Ma sembra che sia stata maggiore la parte che è rimasta delusa dall’esito negativo della trattativa.
È passato il messaggio che Groenlinks non voleva sporcarsi le mani. Molti elettori sono quindi confluiti su D 66 che comunque è una formazione molto sensibile all’ambiente e ai diritti civili ( e con leader donna, mentre quello di GroenLinks è maschio). D66 è nella coalizione di governo e quindi riesce in qualche modo a condizionarne l’azione, quindi può essere stato visto come voto utile.
Il secondo “indizio” che ho trovato è di natura ben diversa e riguarda la transizione energetica. Tema complesso e faticoso. I verdi di Gronelinks si sono schierati pancia a terra per gli impianti eolici, e lo hanno fatto, più che con le parole nazionali, con le azioni negli Enti Locali in cui spesso sono al governo. Gli impianti eolici incontrano frequenti e forti opposizioni a livello locale. Anche se l’Olanda era il paese dei mulini a vento!
Secondo un articolo che ho trovato c’è stata anche una parziale ambiguità di Groenlinks sugli impianti a biomasse a creare disorientamento. Ma principalmente è stato il tema degli impianti eolici a creare problemi, data la estrema nettezza dei verdi olandesi sul punto. La battuta d’arresto dei Verdi in Olanda può essere dovuta a congiunture sfavorevoli sui problemi che ho accennato, e forse anche su altri, “squisitamente olandesi”. Ma può anche essere la prova che nulla è scontato nè nelle tendenze politico-elettorali nè nella transizione energetica. (Ho appena ricevuto due documenti completamente opposti sul bio-metano. Quasi tutti i partiti potranno comodamente assumere posizioni generiche o contradditorie ma ai Verdi, poveretti, non sarebbe perdonato. Saranno favorevoli o contrari al biometano? E via voti che si perdono).
di Paolo Hutter