Star arriva oggi anche in Italia, su Disney+. Lo scorso 10 dicembre, durante un incontro con gli investitori che è stato trasformato in evento promozionale globale, la Disney ha annunciato una quantità impressionante di titoli in arrivo nei prossimi mesi e anni, alcuni dei quali al cinema – in speranzosa attesa che la pandemia consenta di riaprire le sale -, ma la maggior parte destinati alla piattaforma streaming Disney+. Che, in quest’ultimo anno, è stata non solo l’ancora di salvezza economica della Casa di Topolino, ma anche un esempio di successo straordinario: lanciata in Usa 15 mesi fa, e in Europa meno di un anno fa, è arrivata già a quasi 95 milioni di abbonati nel mondo, cioè quasi la metà di quelli di Netflix, che però è sul mercato da quasi dieci anni.
La principale differenza tra i due servizi è un dettaglio non da poco: Disney+ (che contiene anche i “mondi” Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic) ha un catalogo dedicato esclusivamente ai bambini e alle famiglie, mentre Netflix, pur comprendendo una ricca sotto-sezione Kids, si rivolge a tutti, senza limiti di target o età.
Un primo passo per continuare la propria espansione streaming Disney lo fa a partire dal 23 febbraio, quando su Disney+ si accende un nuovo “canale” di nome Star, un contenitore dedicato al pubblico adulto (anche se comunque con un occhio generalista-familiare: niente eccessi horror, violenti o erotici, niente produzioni di nicchia o sperimentali, etc.). Per dare un’idea: tra i film ci sono la saga di Alien e di Die Hard, grandi classici come Titanic, Hello, Dolly! e Moulin Rouge!, blockbuster come Independence Day, cult movie come Una donna in carriera, Il diavolo veste Prada, La guerra dei Roses e Ladyhwake, e anche diversi titoli di autori come Wes Anderson, Steven Spielberg e M. Night Shyamalan.
Nel reparto serie tv, su Star la compagnia di zio Walt può far finalmente confluire titoli non per bambini di cui possedeva già i diritti – perché targati ABC, cioè il grosso network americano di proprietà Disney – o che sono stati acquisiti in seguito alla mega fusione con 20th Century Fox.
Una piccola gioia per gli appassionati di serialità tv, soprattutto di quella rivoluzionaria ondata di show che tra fine anni 90 e tutti gli anni zero hanno trasformato la visione televisiva da passatempo generalmente mal considerato a uno dei momenti fondamentali per la condivisione d’immaginario e per il discorso culturale collettivo. Da X Files, la serie che per prima raccolse l’eredità surreale di Twin Peaks e diventò un fenomeno di culto, a Lost, forse l’esperienza televisiva che più ha spostato il paradigma a livello globale, passando per 24, che sperimentava con l’azione adrenalinica e il tempo reale; da Buffy l’ammazzavampiri, che sotto l’aspetto ingannevole di un teen show a basso budget nasconde una grandissima consapevolezza del linguaggio tv e complesse metafore sulla crescita e l’accettazione di sé, a Scrubs, la sitcom che abbandonando le risate registrate e la ripresa in multi camera ha aperto la strada alle dramedy degli anni dieci, fino a Modern Family, che ha solidificato l’utilizzo della tecnica mockumentary – il falso documentario – applicata alla commedia.
Ci sono anche titoli più recenti, e straordinari: come le due stagioni di Atlanta, inclassificabile progetto dell’attore e cantante Donald Glover, in grado di restituire come poche altre narrazioni (non solo televisive) cosa significhi essere una persona nera in America, oggi; come Feud, la miniserie co-creata da Ryan Murphy che rimette in scena la leggendaria rivalità tra Bette Davis e Joan Crawford, rivelando il sessismo sistemico hollywoodiano; come The Americans, struggente e ambiziosa vicenda di spionaggio, matrimonio, identità e storia recente; come O.J.: Made in America, la miniserie documentaria sulla vita e il caso O.J. Simpson che qualche anno fa vinse addirittura l’Oscar, ma che non è mai arrivata prima sugli schermi italiani.
Su Star c’è anche qualche serie originale, ma soprattutto ce ne saranno in futuro: per conquistare noi italiani, la piattaforma ha annunciato la lavorazione di una quarta attesissima stagione di Boris, che dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno, e di una serie tratta da Le fate ignoranti.
Tutto quanto sarà disponibile automaticamente per gli abbonati Disney+ a partire dal 23 febbraio (e i genitori che lo ritenessero necessario potranno impostare un’apposita limitazione per rendere Star inaccessibile agli spettatori più piccoli): il prezzo mensile aumenta di poco – da 6.99 a 8.99 euro – ma per chi è già abbonato il ritocco avverrà solo dal primo rinnovo successivo al 22 agosto. Come risponderanno Netflix e le altre piattaforme a questo affondo Disney? Come si diceva una volta: lo scopriremo “nella prossima puntata”.