Per cambiare identità il PCI impiegò due anni, infinite discussioni e lacrime in migliaia di sezioni in tutta Italia, poi due congressi nazionali.
La Lega per cambiare identità ci ha messo meno di un giorno, da sovranista a europeista tra un tg e l’altro.
È la seconda volta per il partito che un tempo chiamavamo il Carroccio: prima era indipendentista padano – e si augurava il colera ai napoletani; poi nazional-sovranista, “prima gli italiani”.
Adesso anche il nazional-sovranismo vola via in un attimo, compresa la mascherina con su scritto Trump, e si diventa “europeisti”, pro Draghi, pro tutto quello che fino a ieri si era insultato.
«Senza più alcun pudore», ha scritto stamattina sulla Stampa Massimo Cacciari, che solo sabato scorso ai nostri microfoni considerava «improbabile» un governo Draghi con la Lega, perché appunto «anche la mancanza di pudore ha un limite», diceva.
Invece non ce l’ha e Salvini è solo la punta estrema di una incoerenza diffusa: i “mai con Renzi” grillini che diventano in poche ore “ok con Renzi”, e lo stesso per i “mai con Grillo” dei renziani, e così via per tutti o quasi.
Tanto ormai qui sotto, nel Paese reale, si digerisce tutto. C’è la pandemia, c’è l’emergenza sociale, il sentimento è “fate un po’ le giravolte che volete basta che ci qualcuno ci tiri fuori da questa melma”.
Ed è giusto così, s’intende, primum vivere. Quel che conta ora è salvarsi, alla coerenza e alla decenza della politica semmai si penserà dopo.
È giusto così, va bene, basta che non si scordi che un dopo ci sarà, se Dio vuole, e a quel punto avremo ancora bisogno di rappresentanze decenti, di un minimo di coerenza o come dice Cacciari di pudore, altrimenti rischiamo di giocarci la democrazia, che non sarà importante come la sopravvivenza sanitaria ed economica, ma forse viene subito dopo.
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