È passato un anno da quando Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna, è stato arrestato in Egitto, all’aeroporto internazionale del Cairo. Domani, inizierà il suo secondo anno di prigionia e associazioni come Amnesty International da tempo chiedono al governo egiziano la sua scarcerazione, accusando il regime del presidente Abdel Fattah al Sisi di averlo imprigionato ingiustamente e per motivi politici.
Domani, in molte città italiane monumenti ed edifici simbolo e verranno illuminati di giallo, aderendo all’iniziativa promossa da Amnesty Italia #FreePatrickZaki, mentre online, gli artisti che hanno risposto all’appello dell’organizzazione internazionale, si esibiranno in una maratona musicale che verrà trasmessa in streaming su diversi canali, per chiedere la liberazione dello studente.
Intanto, anche sulla spinta di un caso Regeni ben lontano dall’essere risolto, continua la raccolta firme online per chiedere la concessione della cittadinanza italiana a Patrick: “Chiediamo che il nostro Paese, che nel frattempo continua a fare affari di ogni genere con l’Egitto, dia un segnale fortissimo. La concessione della cittadinanza Italiana per meriti speciali a Patrick, in riferimento del 2^ comma dell’articolo 9 della legge sulla cittadinanza Italiana” si legge nel testo della petizione, lanciata online dall’associazione umanitaria Station To Station. L’iniziativa, sostenuta anche da Radio Popolare, conta già più di 120mila firme, e ha ricevuto più volte l’appoggio dalla famiglia di Patrick Zaki. Con il riconoscimento della cittadinanza, l’Italia darebbe un segnale forte alla comunità internazionale, prendendo anche una posizione politica.
Il testo si conclude con l’appello a firmare e far firmare: “Facciamo sentire la nostra voce, facciamo sapere a Patrick che il popolo italiano è con lui. Ogni firma, condivisione, lettura, sarà un segnale che ognuno di noi darà. Non abbandoniamo Patrick”.
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