La salute del Pianeta passa attraverso i suoi Oceani. Che ora sono malati. Gravi, ma non terminali. Siamo ancora in tempo per salvarli. Tutto dipende dalla volontà dell’Uomo, come spiega Marco Taviani, dell’Ismar di Bologna, uno dei più importanti esperti italiani. Nella Giornata Mondiale degli Oceani, istituita dall’Onu, l’attenzione si focalizza sullo stato di salute dei nostri Oceani, che coprono tre quarti della superficie terrestre e garantiscono la sopravvivenza a 3 miliardi di persone.
“Il nemico pubblico numero uno degli Oceani? E’ l’uomo, con il suo inquinamento – dice Marco Taviani – Penso in particolare alla plastica che finisce nelle acque di questi mari”. E’una minaccia importante, molto seria. Ogni anno negli Oceani finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica. Rifiuti che si scompongono in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microplastiche. E questo comporta un rischio per molte specie marine. La rivista Science ha pubblicato uno studio in cui si evidenziava come le larve di alcuni pesci preferiscono le microplastiche al loro il plancton, con il risultato di morire invece che nutrirsi.
L’altro grande problema è il surriscaldamento del Pianeta, dice ancora Marco Taviani.
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