“Nei prossimi giorni incontrerò Basilio Rizzo e Marco Cappato. Oggi li ho sentiti al telefono”. Lo ha detto Giuseppe Sala intervistato da Radio Popolare, il giorno dopo il primo turno delle amministrative. Un risultato inferiore previsioni che il Partito democratico prova a leggere positivamente:
“Siamo orgogliosi del risultato del Pd”, ha detto il segretario metropolitano, Bussolati. “Siamo in lieve vantaggio ma andiamo avanti con molta determinazione, l’unico risultato importante è la vittoria il 19 giugno”, ha aggiunto il capolista Pierfrancesco Majorino. Giuseppe Sala, prima di loro, aveva sottolineato l’importanza di essere arrivato davanti a Parisi. E ha ripreso la metafora del calcio di rigore, usata da Renzi, e poco gradita dal candidato: “Diciamo che abbiamo segnato il primo gol e parato il primo tiro degli avversari, uno a zero per noi”.
Il candidato del centrosinistra non ha nascosto che sarebbe potuta andare meglio: “Se siamo andati sotto alle aspettative la responsabilità è prima di tutto nostra”. Sala, però, lo dice molto chiaramente a Radio Popolare: “E’ impensabile cambiare rotta e programmi”.
Quindi, avanti con la linea tenuta fino a oggi. Semmai, a fronte dell’astensionismo che ha colpito Partito democratico -30mila voti in meno rispetto alle amministrative del 2011- e Sinistra per Milano, Sala ribadisce: “Li dobbiamo convincere che abbiamo un programma di sinistra e che abbiamo la volontà e la forza di realizzarlo”.
Tre i punti: il lavoro; l’ambiente, considerato perno della trasformazione delle città entro il 2030; le periferie, obiettivo strategico. “A cui aggiungo la legalità” ci dice Sala.
Basterà ad “allargare il perimetro del voto”, per usare le parole del candidato sindaco? Il suo calcolo è semplice: in città gli antiberlusconiani sono la maggioranza, lo dimostrerebbe il voto ai 5 Stelle, a cui Sala apre, come del resto fa il concorrente Stefano Parisi il quale, partendo da destra, si spinge a chiedere a sua volta i consensi di chi ha votato a sinistra, in nome della voglia di cambiamento. “Gli steccati sono caduti – ha affermato Parisi – quando si vota per le amministrative le ideologie non contano”.
Eppure tutti sanno che il voto è stato influenzato anche dalle dinamiche nazionali. Sala, in maniera non troppo marcata, ha tentato di prendere le distanze dall’immagine di Renzi: “Non sono il candidato renziano -ha detto – ho stimato e stimo molto il Presidente del Consiglio ma non è questo il punto. Guardiamo ai programmi”. Per iniziare, l’incontro con Cappato e Rizzo. Non per proporre apparentamenti ma per proporre accordi politici sui punti del programma, ci dice Sala.
Ascolta l’intervista con Giuseppe Sala