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Tratto dal podcast
Memos di mer 16/12/20
Italia | 2020-12-16
Conte, l’accentratore. Palazzo Chigi e i superpoteri su Recovery Plan e servizi segreti. Detrattori e critici del capo del governo sono convinti che questo sia il quadro che meglio definisce l’”avvocato del popolo”, ora. Memos ha ospitato Rino Formica, un osservatore della politica, di cui è stato un protagonista fino all’inizio degli anni ’90. Formica, 93 anni, dirigente del Partito Socialista di allora, è stato più volte ministro. Per Formica le ambizioni di Conte portano dritto al Quirinale.
Conte – secondo la tesi dell’ex Ministro delle finanze – punterebbe alla Presidenza della Repubblica per il dopo Mattarella, rafforzando i suoi poteri, dai servizi segreti alla gestione dei fondi del Recovery Plan.
Quando si sposta il centro del potere dall’interno dello Stato, che è soggetto in uno Stato democratico costituzionalmente garantito ai controlli dell’ordinamento costituzionale del Paese – Parlamento e organi giudiziari – e lo si porta al di fuori con una deresponsabilizzazione della struttura governativa, si capisce quello che è avvenuto in via straordinaria con la sanità, almeno all’inizio. In definitiva all’inizio ci siamo trovati di fronte ad un fenomeno che non aveva precedenti e quindi l’affidarsi a tecnici e a specialisti era una necessità. Affidarsi ad una brigata di tecnici per il coordinamento della spesa, della realizzazione e dei mezzi che sono propri nell’attività dello Stato mi sembra una cosa che sta nell’interno della logica della destrutturazione dello Stato.
Secondo lei questa logica utilizzata da Conte sarebbe funzionale anche ad un suo progetto politico? Punta ad occupare qualche spazio attraverso questa gestione che lei chiama de-statalizzata?
Io credo che l’unico obiettivo suggestivo di Conte sia la scadenza della Presidenza della Repubblica.
Cosa dovrebbe causare in Conte questa scadenza?
Credo che lui speri di fare il Presidente della Repubblica.
E quindi queste sarebbero le mosse propedeutiche?
Non è causale che senza un dibattito, e quasi di sotterfugio, in questa frase finale alla vigilia dell’approvazione del bilancio porta con un emendamento la modifica dell’ordinamento dei servizi segreti e inventa la cabina di regia di grandi risorse. Denaro e potere dei servizi sono sempre stati degli ingredienti importanti per affrontare la lotta alla scadenza dei settennati.
Foto | Quirinale