L’arbitra francese Stéphanie Frappart può aggiungere una nuova impresa alla sua lista di pietre miliari nel mondo del pallone. Soffiando nel fischietto per dare il calcio d’inizio a Juve – Dinamo Kiev, stasera, diventerà ufficialmente la prima donna ad arbitrare una partita di Champions League maschile.
A 36 anni, la francese Stéphanie Frappart è una pioniera seriale: prima donna ad arbitrare una partita in Ligue 2, la serie B francese, nel 2014; prima donna in nero della Ligue 1 e prima donna ad arbitrare una finale di Supercoppa Europea, Liverpool – Chelsea, a Istanbul, nel 2019. Anno in cui è stata anche eletta miglior arbitro donna al mondo a maggioranza assoluta.
E nel 2020 la sua reputazione internazionale non ha fatto che crescere: a settembre è diventata il primo arbitro donna della Nation League con Malta – Lettonia e tra ottobre e novembre ha diretto due incontri di Europa League. Intanto, in patria le sue capacità sono ormai ampiamente riconosciute. Al punto che vederla a centrocampo per la sua sedicesima partita in Ligue 1, l’atteso scontro tra il Lione e il Marsiglia, non ha fatto quasi notizia.
Di lei dicono che è un’arbitra brillante, autorevole ma non autoritaria, decisa e umile. Uno dei migliori arbitri francesi a prescindere dal genere. In una recente intervista all’Equipe Magazine, Frappart confessava: “Non sono mai riuscita a curare la mia grande timidezza, ma l’arbitraggio mi ha permesso di emanciparmene. Essere timida mi aiuta a non prevaricare i calciatori, che devono rimanere le star del gioco, e a definire il mio stile, tra calma e serenità”.
Giovanissima calciatrice passata al fischietto a soli 13 anni, Stéphanie Frappart è già riuscita a provare più volte che fisicamente, tecnicamente e tatticamente non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi uomini. La sua storia e le sue capacità stanno ispirando molte donne, almeno in Francia, a seguire le sue orme. La mediatizzazione del personaggio ha aiutato la federazione a organizzare delle formazioni rivolte alle ragazzine che hanno avuto un grande successo. Un passo fondamentale per preparare atleticamente future arbitre sin dalla giovane età, allo stesso livello dei colleghi uomini che sono abituati a correre in campo sin da bambini.
Frappart non ha rilasciato dichiarazioni su questa nuova tappa della sua carriera ma sa bene a che punto sia diventata un simbolo per le appassionate di calcio di tutto il mondo: “è un privilegio, un onore e una responsabilità”, aveva detto quando era stata chiamata in Ligue 1. La speranza è che presto non si debba più considerare una donna in maglia nera come una notizia e che quella di stasera sia la prima di tante altre partite di alto livello in cui anche le donne scenderanno in campo.