In una situazione di emergenza globale legata alla pandemia di COVID-19, i gestori dell’Hotel King-Mokinba, che occupa un palazzo al numero 19 di Corso Magenta a Milano, hanno deciso di mettere il proprio albergo a disposizione dei degenti positivi al virus. Proprio per questa iniziativa, sotto tanti aspetti encomiabile, mercoledì 25 novembre la proprietà dell’immobile ha inviato loro una notifica di sfratto.
Fra le ragioni che la proprietà ha addotto motivando l’azione legale c’è un presunto danno per il quartiere: un COVID hotel renderebbe Corso Magenta soggetto a un’infettività maggiore, creerebbe un danno agli immobili situati nella zona e ne metterebbe a repentaglio la sicurezza.
Se da un lato si registra l’ostilità dei proprietari del palazzo, dall’altro i cittadini del quartiere stesso si sono mossi a favore dell’albergo, organizzando una raccolta firme a sostegno dell’iniziativa; tra questi Mariella Giunta, promotrice della petizione, che è stata intervistata da Marcello Conti per la nostra trasmissione Prisma.
“Dopo aver letto la notizia dello sfratto mi è montata una sorta di sdegno per questo tipo di conseguenza, assolutamente ingiusta”, ha commentato la signora Giunta, affermando di voler dare un segnale di solidarietà all’hotel che, nonostante versi anch’esso in una situazione difficile, ha deciso di aprire le porte alla comunità ricevendo in risposta lo sfratto. “Questo sfratto è frutto di un timore infondato: un COVID hotel non crea nessun danno né agli immobili né alla sicurezza del quartiere”, ha aggiunto la residente in Corso Magenta, che ha confermato il successo della petizione tra i cittadini della zona: “Abbiamo ottenuto da parte dei commercianti un’adesione strepitosa, nel Corso Magenta almeno una trentina; molti pochi hanno deciso di non aderire. Anche da un punto di vista degli abitanti siamo riusciti a raccogliere parecchie firme”.
Due amiche della signora Giunta hanno confermato la volontà di aiutarla nella raccolta firme, sottolineando la natura del tutto spontanea della petizione e la necessità, da parte del quartiere, di mostrarsi compatto e di partecipare a questa dimostrazione di solidarietà. “Un hotel COVID in questo quartiere può significare che in città, anche dal basso, ci diamo una mano per questa emergenza, contro questo nemico invisibile”, hanno spiegato.
Una posizione condivisa anche dal proprietario di una tabaccheria locale, che ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dell’Hotel King-Mokinba: “La scusa di contagiare il quartiere è proprio ridicola, è come se nelle zone dove ci sono ospedali si infettassero anche gli abitanti. L’università poi è chiusa da febbraio e se va bene riapre a marzo, il museo è chiuso e rimangono solo i negozianti. Si dà solo una mano alla città”.