Mario Beretta, dirigente sportivo ed ex allenatore di squadre come Chievo, Parma e Torino, commenta a Radio Popolare la scomparsa di Diego Armando Maradona, a causa di un arresto cardiaco pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni.
L’intervista di Davide Facchini e Luca Gattuso.
Come hai reagito alla notizia della morte di Diego Armando?
Ero in una riunione ed è venuto a dirmelo mio figlio. Francamente sono un po’ sbalordito, anche perché si sapeva di quell’aneurisma che ha avuto, ma si pensava che potesse magari superare anche questa, e invece purtroppo non ce l’ha fatta. Aldilà degli aspetti “pallonari”, al di là degli eccessi che ha avuto, chiaro che dispiace. Era un grandissimo giocatore, è una perdita per tutti, indubbiamente.
Hai frequentato il calcio di alto livello. Hai incrociato persone che hanno vissuto, giocato o allenato con Maradona?
Francamente non ho mai chiesto, ma fondamentalmente perché non volevo mettere in difficoltà la persona che magari non ha voglia di parlarne. Mi ricordo solo di essere andato a vedere una sua rifinitura a Monzello, io allenavo il settore giovanile. Lui non si allenava molto, ma probabilmente non gli serviva neanche, e si mise a metà campo a palleggiare, cominciò a calciare e avrà preso dieci traverse su dieci, che era l’obiettivo, e poi se ne andò. Questo è il mio ricordo diretto: non gli serviva molto ma quando aveva la palla tra i piedi gli era sufficiente quel quarto d’ora.
Quel tipo di calcio non muore oggi, perché non c’è più. Però è crepuscolare questo momento, quello di Maradona era un altro calcio.
Sicuramente, però d’altronde il calcio adesso è cambiato, ci sono altri calciatori. Certo, rivedere certi gol di Maradona è veramente una favola. Dal punto di vista prettamente tecnico non so se adesso se ne vedano ancora così.
Maradona era il migliore perché giocava un calcio dove la tecnica era molto più importante rispetto al fisico. Adesso avrebbe sofferto molto di più.
Anche se devo dire che lui fisicamente era forte. Era piccolino ma aveva una forza nelle gambe che era devastante. C’è anche da dire che probabilmente per come si marca adesso c’è un po’ più di libertà, ma se ben ricordate, anche nei mondiali che vincemmo, qualcuno dei nostri gli aveva fatto un trattamento non molto gentile, vuol dire che aveva delle qualità fisiche non indifferenti. Se si fosse allenato con continuità avrebbe fatto probabilmente anche di più.
Nel mondo di calcio Maradona, con la sua voglia di combattere la FIFA, è stato l’ultimo rivoluzionario nel calcio?
Magari ci sono anche modi sbagliati nel farlo, ma sicuramente era un personaggio che andava anche contro a certe situazioni. Sicuramente era un personaggio in certi frangenti scomodo.
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