Continuano in Francia le mobilitazioni contro la riforma lavoro El Khomri: raffinerie ferme o che lavorano a rilento, minacce di blocco dei porti e delle centrali elettriche e una nuova ondata di scioperi da parte dei ferrovieri.
Nel Paese, non entra più nemmeno una goccia di petrolio e il carburante comincia a scarseggiare. Al momento, otto raffinerie francesi su otto sono in sciopero da lunedì sera. Di 12mila stazioni di servizio, 1.500, cioè circa il 20 per cento, sono chiuse o in difficoltà, ha confermato Alain Vidalies, il segretario di Stato per i Trasporti.
Caso emblematico: il blocco del terminal petrolifero di Le Havre, che garantisce il 40 per cento delle importazioni francesi in carburante e rifornisce gli aeroporti di Parigi. Il 95 per cento degli impiegati della Compagnia industriale marittima (Cim), che gestisce i terminal e le riserve petrolifere, ha votato a favore dello sciopero a oltranza.
Il primo ministro Manuel Valls ha tentato di rassicurare i francesi che il carburante non mancherà. Eppure, secondo l’Unione francese delle industrie petrolifere, i francesi stanno consumando carburante da tre a cinque volte in più rispetto alla norma e lo Stato ha già cominciato ad attingere alle sue riserve strategiche, un provvedimento a cui si ricorre solo in casi eccezionali. Soltanto “un annuncio mediatico”, secondo Emmanuel Lépine, sindacalista dei petrolchimici della Cgt, viste le grosse difficoltà poste dai blocchi dei principali operatori petroliferi francesi.
Il governo finora ha fatto prova di grande fermezza di fronte alla situazione, senza alcuna intenzione di cedere a quello che il primo ministro ha definito un “ricatto di una minoranza che prende in ostaggio i consumatori e l’economia del Paese”.
Un’affermazione molto dura, sostiene il sindacalista della Cgt: “Il vero blocco proviene dal governo, è lui la minoranza oggi”, risponde.
Emmanuel Lépine, il segretario generale del settore petrolchimico della Cgt, ha ribadito oggi ai microfoni di Radio Popolare che “l’unico modo per sbloccare la situazione è che il governo ritiri la legge El Khomri”.
Ascolta l’intervista completa a Emmanuel Lépine