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Tratto dal podcast
Prisma di mar 22/09
Italia | 2020-09-22
Rosa Piro, la mamma di Davide “Dax” Cesare, il giovane ucciso a Milano il 17 marzo 2003 da tre fascisti all’esterno del centro sociale O.R.So., ricorda Letizia Mosca, che per Radio Popolare aveva seguito la vicenda di Dax e l’aveva intervistata nelle settimane successive al delitto.
L’intervista di Lorenza Ghidini e Roberto Maggioni nella trasmissione Prisma.
Lei ha conosciuto Letizia Mosca nella peggiore delle circostanze per un genitore, l’uccisione di un figlio.
Io ho conosciuto Letizia nella settimana dell’assassinio di mio figlio da parte di questi fascisti o nelle settimane successive, i ricordi sono un po’ confusi proprio per l’accaduto. Io ho conosciuto il lato umano di Letizia, credo che quello della giornalista lo conoscano tutti ormai.
Cosa le lascia questo rapporto con Letizia Mosca?
Se io dovessi descrivere Letizia in tre parole direi solare, brava e umana. Lei è venuta a casa mia per farmi un’intervista per Radio Popolare, ma in quel momento non aveva nulla della giornalista. Era una persona che voleva condividere con me il dolore e questo mi ha aiutato molto ad aprirmi con lei, ero sempre restia a parlare coi giornalisti, soprattutto quando venivano a chiedermi come mi sentissi. Come si può sentire una persona in un momento del genere? Letizia mi aveva fatto capire che voleva condividere con me questo dolore. Letizia era umana, oltre che solare.
Aveva avuto un approccio diverso rispetto a tutti gli altri.
Decisamente. Un po’ perché in lei veniva fuori la compagna, la militante. Poi parlando abbiamo scoperto di essere quasi compaesane e forse Letizia veniva da una famiglia abbastanza avanti come idee, tanto è vero che mi rimane una frase che all’epoca, nonostante tutto, era riuscita a farmi ridere. Mi disse che si era sposata abbastanza tardi e che sua nonna le disse: “Letizia, sei arrivata fino a qui per andarti a prendere uno sciancalenzuola“, per dire che poteva rimanere libera, cosa impensabile per la nostra terra.
Quindi vi eravate raccontate anche cose piuttosto personali.
Sì, forse per starmi vicino in quel momento, Letizia aveva capito qual era la chiave per farmi parlare, lì sta anche la bravura della giornalista. L’ho sempre incontrata ai cortei, la vedevo andare avanti e indietro in mezzo ai giovani. Non posso dire di avere avuto un’amicizia forte, ma Letizia Mosca era quella che quando ti incontrava ad un corteo veniva a salutarti ed abbracciarti. Era impossibile dimenticarla. L’ultima volta l’ho vista nel 2018 ad un corteo, è venuta a salutarmi insieme alla sua bambina. L’avevo trovata un po’ stanca, anche se lei parlava con me e cercava di sorridere. Mi dispiace, in quell’occasione, non aver potuto chiederle più profondamente come stava lei. La ricordo così, come una bellissima persona.
(Potete ascoltare l’intervista a partire dal minuto 14)