Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Domenica 13 settembre 2020

classe scuola

Il racconto della giornata di domenica 13 settembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’omicidio di Caivano e i rinnovati appelli per una legge contro l’omotransfobia all’avvio della scuola in 13 Regioni d’Italia a partire da domattina. Gli ultimi sviluppi nell’inchiesta che vede coinvolti tre commercialisti della Lega, ora agli arresti domiciliari. Spettacolo: polemiche per i premi assegnati alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, mentre si è chiuso oggi il Festivaletteratura 2020 a Mantova.. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

Domani inizia la scuola in 13 Regioni

Domani in 13 Regioni riprende l’anno scolastico. Video messaggio di augurio del presidente del consiglio Giuseppe Conte agli studenti con un invito al rispetto delle misure di igiene e distanziamento, “Ci saranno difficoltà, disagi, soprattutto all’inizio, ma grazie a prof e presidi, saremo al vostro fianco”, ha detto il presidente. Critiche dalle opposizioni che insistono sulle dimissioni della ministra Azzolina. Nei prossimi giorni si aggiorneranno le linee guida sulla prevenzione dei contagi, la Lombardia annuncia tamponi e risultati in 24 ore per tutti gli studenti e il personale con sintomi. La regione Piemonte vuole che le famiglie ogni giorno certifichino sul diario di aver preso la temperatura ai propri figli. Distribuzione garantita e capillare di mascherine da domani, annuncia la Protezione civile. Allo studio del Comitato Tecnico Scientifico un’ipotesi di riduzione della quarantena come in Francia.
Con la scuola, domani, ritornano anche le proteste degli insegnanti ancora in attesa di chiamata, per la mancanza dei concorsi e le nuove graduatorie.

Caivano, uccide la sorella perché fidanzata con un ragazzo transgender

Ha ammazzato la sorella perché non accettava che avesse una relazione con un ragazzo trans.
Maria Paola Gaglione aveva 22 anni, la sera dell’11 settembre viaggiava su un motorino assieme al compagno a Caivano, in provincia di Napoli, dove viveva, quando il fratello, Antonio Gaglione, 30 anni, anche lui in motorino, ha speronato il mezzo dopo un inseguimento durato chilometri. La ragazza è morta sul colpo, il fratello si è accanito sul compagno che era a terra ferito prima di scappare.
Avrebbe tentato più volte di far cadere il motorino prendendolo a calci durante l’inseguimento. Agli agenti che lo hanno arrestato ha detto una frase agghiacciante: “Volevo darle una lezione, mia sorella era infetta”. Testimoni affermano che da tempo continuavano le minacce.
“Il parlamento approvi subito la legge contro l’omotransfobia” ha affermato il relatore della legge, Alessandro Zan. Lo chiede anche, ai nostri microfoni, Laura Boldrini. L’intervista a cura di Luigi Ambrosio


 

Polemiche alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia

(di Barbara Sorrentini)

E dopo i premi seguono le polemiche. Indiscussa la Coppa Volpi a Pierfrancesco Favino, non solo per “Padrenostro” ma anche per le interpretazioni di Bettino Craxi e Tommaso Buscetta; almeno così ha dichiarato la Giuria dopo la cerimonia al Palazzo del Cinema.
Ma per l’esclusione degli altri film italiani a produttori e critici è rimasto l’amaro in bocca. A “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli, il più votato per tutta la durata del festival, è stato preferito “Nomadland”, anche questo firmato da una donna, la cinese naturalizzata negli USA, Chloé Zhao. Film apprezzato all’unanimità, ma oggettivamente con un taglio non nuovissimo.
In quanto a originalità poteva esserci un premio per Emma Dante, ma è stato preferito “Nuevo Orden” di Michel Franco, più impattante e realistico e poi il cinema messicano è sempre stato di casa a Venezia.
Infine “Notturno” di Gianfranco Rosi, potente per le sue immagini sui popoli devastati dalla guerra. La Presidente di Giuria Cate Blanchett dice di averlo adorato e preso in considerazione, ma Rosi un Leone d’Oro lo aveva già preso con “Sacro Gra”.
Tutte polemiche inutili, hanno comunque vinto film belli e di qualità e che in forme differenti raccontano l’oggi. Soprattutto ha vinto il coraggio di questa edizione 2020 che ha riacceso gli schermi.

Suad Amiry al Festivaletteratura 2020

(di Roberto Festa)

Per arrivare a Mantova, Suad Amiry ha lasciato la Palestina, dove vive, è passata in Giordania, poi Cipro, la Grecia, fino a Napoli e poi, finalmente, la città lombarda, dove ha presentato il suo ultimo libro per Mondadori, “Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”. Il viaggio di Suad Amiry ci racconta le difficoltà che molti scrittori hanno dovuto affrontare per essere in città, in questi giorni. Rispetto all’anno scorso, gli incontri in presenza sono stati quasi due terzi in meno. Gran parte degli ospiti, soprattutto quelli internazionali, si sono fatti ascoltare in streaming, online. Ma il festival c’è comunque stato, gran parte degli incontri, sia pure drasticamente ridotti negli accessi, sono andati esauriti, e si è ripetuto il rito che dal 1997, a fine estate, celebra la lettura. Non è un traguardo da poco, di questi tempi, ed è la manifestazione di resilienza che il festival lascia in eredità per l’anno prossimo, sperabilmente più normale. Gran finale in streaming con David Grossman, ospite frequente a Mantova, che quest’anno non è riuscito ad arrivare, per parlare di “come tornare a essere umani”.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Finanza, banche, industria, governo e...cannoni. Il risiko bancario di questi giorni mostra l’attivismo straordinario dei grandi poli del credito e delle assicurazioni in Italia. Mediobanca, Generali, MPS e poi Unicredit e Intesa. Caltagirone e gli eredi di Del Vecchio. Il governo Meloni. Il campo da gioco è il triangolo Milano, Trieste e Roma. Chi comanderà sui miliardi dei “triestini” di Generali? Saranno ancora i “milanesi” di Mediobanca? Oppure saranni i “romani” Caltagirone e Delfin, con l’aiuto del governo Meloni? In questo caso Caltagirone e Delfin potrebbero finire per spartirsi un pezzo delle spoglie di una nuova Mediobanca, senza più le Generali in cassaforte. Manca solo Unicredit e, soprattutto, Intesa per capire se i cambiamenti saranno ancora più profondi. A fronte dell’attivismo bancario c’è poi un mondo industriale bloccato nella sua crisi. La produzione delle industrie italiane sembra non riprendersi più, cala da 25 mesi consecutivi. La politica industriale del governo è non-pervenuta. Unica speranza, le commesse militari, la spesa pubblica per la difesa che sosterrà un pezzo della ripresa dell’industria italiana. Ospiti a Pubblica Gianni Dragoni, giornalista del Fatto Quotidiano, esperto di economia e finanza; e Francesco Garibaldo, ricercatore, collabora con la Fiom Cgil su questioni di politica industriale.

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