Marco Pannella è morto nella clinica romana dove era stato ricoverato mercoledì. Il leader storico del Partito Radicale da tempo era malato di tumore. L’annuncio è stato dato da Radio Radicale, accompagnato dal Requiem di Mozart.
Da alcuni mesi, con l’aggravarsi delle sue condizioni, Pannella si era ritirato a vita privata, dopo cinquant’anni di impegno politico. Soprattutto a lui e alle sue battaglie (spesso accompagnate da scioperi della fame e della sete) si devono le conquiste sui diritti civili che l’Italia ha ottenuto a partire dagli anni Settanta: dal divorzio, all’aborto, all’obiezione di coscienza, alla lotta per la liberalizzazione delle droghe.
A Roma, c’è il presidente dei Radicali Italiani, il candidato sindaco a Milano Marco Cappato. Si trova a Montecitorio, dove dalle 15.30 del 20 maggio è allestita la camera ardente. “La cosa più importante che lascia Marco Pannella – ricorda Cappato al Microfono Aperto – è l’insegnamento che si possono creare libertà anche senza gestire il potere. Penso che abbia fatto tesoro del monito che fece Pierpaolo Pasolini: ‘Dimenticatevi subito i grandi successi, continuate a bestemmiare a scandalizzare’. Mai vivere di rendita sulle lotte del passato”. Perché Pannella, secondo Cappato, non va ricordato in bianco e nero.
Emanuele Macaluso, storico leader del Partito Comunista, ricorda al Microfono Aperto la figura di Pannella. Gli riconosce il valore politico e la capacità d’incidere sulla società civile. Ricorda i momenti di assonanza nelle battaglie per i diritti, ma anche i tanti contrasti, soprattutto per la visione dei partiti e dell’economia.
Emma Bonino, compagna di partito e di tante battaglia, ha ricordato così Marco Pannella ai microfoni di Radio Radicale
Michele Migone ha intervistato Gianfranco Spadaccia, segretario del Partito Radicale negli anni Settanta. Ascolta qui il suo ricordo di Marco Pannella
Pasquale Laurito, decano dei cronisti parlamentari, ha ricordato Pannella nella sua “Velina Rossa” come “un Papa laico”.