Il centrodestra a Milano ha la sua grande battaglia contro le piste ciclabili. Che sarebbero nell’ordine inutili, pericolose, dannose per i commerci, ideologiche e soprattutto causerebbero caos e aumento del traffico.
Sono le affermazioni nell’ordine di un assessore regionale, De Corato già vicesindaco di Milano, del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, indispettito perché il Comune di Milano ha iniziato a tracciare la pista che da Piazzale Loreto arriverà proprio alla ex Stalingrado d’Italia, e anche del presidente del Municipio 2, dove la pista lineare prende vita, Samuele Piscina.
Se a loro aggiungete un manipolo di consiglieri comunali il e pure il presidente dell’Automobile club d’Italia lombardo, tale Geronimo La Russa, figlio del più noto Ignazio, che da mesi tuona per il ritorno di una città a misura di auto, è chiara la dimensione dell’offensiva. Praticamente la battaglia pre-elettorale più importante e unificante, dal centro alle periferie, per la destra sono le bici che tolgono posteggi alle auto, ancorché in doppia fila, selvaggi e illegali. Ma anche a parte del mondo ambientalista, dentro e fuori la giunta di Beppe Sala, queste piste non piacciono perché sono in sede stradale, tracciate solo con la vernice, senza marciapiede di separazione. Insomma sono elettorali.
Così le piste ciclabili dopo anni di marginalità occupano la scena politica e d’altronde in tutte le metropoli d’Europa, per non dire di New York o San Francisco, si riducono circolazione e parcheggi per le auto private e si investe su piste e corsie a due ruote. Piuttosto di niente…