Vi sentite cittadini di un Paese o cittadini del mondo? Come cambia l’identità degli abitanti del pianeta? L’istituto di ricerca Globescan – per conto della tv britannica Bbc – lo ha chiesto a 20mila abitanti di 18 Paesi. Per la prima volta in 15 anni il numero di chi si sente cittadino “globale” supera quello di chi si sente cittadino di uno Stato (il sondaggio viene regolarmente ripetuto dal 2001).
Questa tendenza è guidata dai Paesi delle economie emergenti in Asia, Africa e Sudamerica, mentre nella vecchia Europa il trend è contrario: la gente pone sempre di più la sua identità all’interno dei confini nazionali. Eppure prima della crisi finanziaria del 2008 non era così. Anche in Europa l’identità “globale” era in espansione. Dal 2009 in poi i cittadini europei si “chiudono” dal punto di vista identitario. E’ interessante notare che prima di quella data le percentuali in Europa e nel resto del mondo erano simili.
L’identità globale è particolarmente forte (e in rapida crescita) in Paesi come la Nigeria (73%), la Cina (71%), il Perù (70%) e l’India (67%). Per contrasto solo il 30% dei tedeschi si sente cittadino del mondo. La percentuale era del 43% nel 2009. In Europa l’identità globale più forte è fra gli spagnoli. I russi sono i più nazionalisti, fra tutti i Paesi del sondaggio.
Eppure la popolazione mondiale è pronta per una società multietnica. Il sondaggio rivela che la maggior parte degli interpellati nei 18 Paesi approva matrimoni multienici (75%) e l’arrivo – nel proprio Paese – di immigrati (63%) e rifugiati che scappano da una guerra (62%). L’istituto di ricerca sottolinea un risultato anomalo per i tedeschi, che rispetto all’accoglienza dei rifugiati quest’anno rispondono con un’alta percentuale di “non so” o “dipende”. Tuttavia una maggioranza di tedeschi continua ad approvare l’accoglienza dei rifugiati siriani (54%).
Nell’elenco dei paesi oggetto della ricerca non c’è l’Italia, ma ci sono diversi Paesi a noi vicini. Gli spagnoli sono fra i popoli che più si sentono cittadini globali in Europa (54%). Gli indonesiani sono i meno nazionalisti di tutti, ma il motivo è che si identificano fortemente con la loro comunità locale (56%) piuttosto che con il loro Paese; per i pakistani l’identità religiosa (43%) è più forte di quella nazionale. Ma l’identità religiosa è importante anche negli Stati Uniti (15%) mentre è minima in Europa (5%).
Ma cosa vuol dire sentirsi cittadini del mondo? Il termine può avere molteplici significati. Per alcuni può essere l’impulso altruistico ad affrontare problemi globali, come il riscaldamento climatico o le disuguaglianze economiche. Per altri può essere la possibilità di sentirsi in contatto – tramite la rete o i social media – con altre parti del pianeta e condividere idee, valori o esperienze. Può essere la possibilità di emigrare o di viaggiare perché il costo dei viaggi aerei è sempre più accessibile anche nei paesi in via di sviluppo. Può essere l’esperienza di vivere in una famiglia multietnica, multinazionale o con radici in nazioni diverse. O tutte queste cose insieme.
Fonte dei grafici: Globescan