Questa volta, i nomi sono molto forti. Da un lato il Presidente dell’Assemblea del Pd in Campania, Stefano Graziano, dall’altro il clan dei Casalesi. Graziano è indagato per concorso esterno in associazione camorristica e la notizia ha fatto tremare immediatamente il Partito democratico, per gli effetti sulle amministrative e in generale per il rapporto che inizia a essere conflittuale tra Renzi e la magistratura. Renzi ha chiesto le dimissioni di Graziano e nel pomeriggio l’ex deputato, esponente di primo piano del partito già a partire dal 2013, si è autosospeso sia dalla carica di Presidente dell’Assemblea che dal partito.
L’inchiesta è piuttosto pesante, condotta dalla Direzione Antimafia di Napoli, anche perché in carcere sono finite nove persone tra cui l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, funzionari comunali, imprenditori e professionisti del Casertano.
Graziano, secondo gli inquirenti, avrebbe ottenuto l’appoggio elettorale nelle elezioni regionali dell’anno scorso dall’imprenditore Zagaria, appartenente al clan dei Casalesi. In cambio gli inquirenti sospettano un aiuto per favorire un appalto per la ristrutturazione di Palazzo Teti. In un’intercettazione tra Zagaria e l’ex sindaco di Capua Vetere, si faceva riferimento alla necessità di sostenere alle elezioni Graziano, che vinse con una campagna elettorale nella quale non mancarono anche esponenti di primo piano del partito. Pochi i renziani a esporsi, c’è stata una breve nota di Lorenzo Guerini nella quale esprime fiducia nella magistratura. Ma all’attacco naturalmente i Cinque Stelle.
Ascolta qui il capogruppo alla Camera del Movimento Cinque Stelle, Michele Dell’Orco