Sta andando in giro per le arene estive delle città d’Italia e dal 20 agosto uscirà nelle sale. È “Il grande passo” di Antonio Padovan con Giuseppe Battiston e Stefano Fresi.
Due attori grandi, grossi e pieni di talento che per la loro somiglianza interpretano i fratelli Cavalieri. Dario (Battiston) vive in un casolare semi fatiscente nei pressi di Rovigo. È un uomo solo, totalmente anti sociale e scorbutico e con qualche rotella fuori posto. Mario (Fresi) vive a Roma e lavora con la madre nella ferramenta di famiglia. Fino a quando viene chiamato d’urgenza a Rovigo, dall’avvocato che gestisce i loro beni da quando il padre se n’è andato. Figura che ha lasciato un segno malinconico fortissimo in Dario, che cerca di emularne il ricordo per rimuovere la sofferenza dell’abbandono. E che compare in una scena nell’ultima interpretazione dell’attore Flavio Bucci.
Ma perché Mario è stato convocato d’urgenza? Perchè il fratello Dario si trova in prigione, dopo essersi lanciato con un razzo verso la Luna, con l’idea di raggiungerla. Idea che in realtà continuerà a seguire, spinto dalle parole che suo padre gli disse da bambino la notte dell’allunaggio il 20 luglio del 1969: “Sognare è ciò che distingue gli uomini dagli animali”.
Questo episodio diventerà l’occasione per far incontrare i due fratelli, che non si conoscevano e in questo rapporto forzato, fatto prevalentemente di conflitti e incompatibilità troveranno la strada per riconoscersi e volersi bene.
“Il grande passo” è la seconda commedia di Antonio Padovan, dopo “Finché c’è Prosecco c’è speranza”. Il tono è leggero e i due personaggi ogni tanto fanno ridere, ma la nostalgia e i traumi dell’infanzia affiorano in diverse scene. L’ambientazione contadina, tra le campagne, i casolari e il piccolo centro abitato riportano a un mondo che non esiste più, ma che è rimasto intatto nel paesaggio italiano.