“Questo non è un movimento che ha bisogno di leader”. Poi, Luigi Di Maio, parla da leader in pectore del Movimento 5 Stelle. Il vicepresidente della Camera è arrivato da Roma a Milano per lanciare il candidato pentastellato alle prossime elezioni milanesi, Gianluca Corrado, ma le prime parole sono un appello agli italiani, non ai milanesi: “Aiutateci a cambiare davvero questo Paese”.
Come? Portando nuovi cittadini nelle istituzioni. “Abbiamo bisogno delle competenze di tutti”, dice Di Maio. E’ il cardine della proposta simbolo che i Cinque stelle consegnano a questa campagna elettorale: scegliere gli assessori attraverso un bando pubblico. “Dal 26 aprile apriremo un bando per diventare assessore”, spiega il canidato sindaco Corrado. “Ci sarà un indirizzo mail al quale inviare le candidature, la selezione resterà aperta fino alla fine della campagna elettorale”. Chi valuterà le candidature? “Una prima scrematura verrà fatta da me, poi saranno presentati ai gruppi territoriali”, spiega Corrado. “I requisiti minimi sono stati ridotti per consentire a chiunque di potersi proporre nel suo ramo di competenza. Ovviamente devono essere incensurati, non devono essere iscritti a partiti, non devono aver ricoperto più di due mandati nelle istituzioni”.
Nella sala del Museo del manifesto cinematografico di via Gluck ci sono anche alcuni attivisti Cinque stelle. Non si sbilanciano sull’esito del voto, sanno che la partita milanese è in salita. “Il nostro obbiettivo è arrivare nelle case dei milanesi”, dicono. “Noi non abbiamo finanziatori e lobbisti“, ripete più volte Corrado, “per questo siamo liberi”.
Sarà una campagna elettorale low cost rispetto al milione di euro di budget di Sala e Parisi: 25mila euro. “I sette ex scali ferroviari diventeranno il polmone verde della città”, spiega Corrado, “sette luoghi di aggregazione”. Altro punto importante, le partecipazioni comunali nelle società. “No a privatizzazioni, per noi il patrimonio pubblico va incrementato. I dipendenti del Comune vanno valorizzati e bisogna assumere meno consulenti esterni. Pisapia ha più consulenti della Moratti”.
E se si andrà al ballottaggio Sala-Parisi, i Cinquestelle chi voteranno? “Io nessuno dei due”, dice Corrado, “entrambi rispondono a lobby che vogliono qualcosa in cambio”. E gli elettori? “Gli elettori del movimento sono liberi di fare ciò che credono sia più utile fare”.