Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Venerdì 10 luglio 2020

Conte Governo Mose

Il racconto della giornata di venerdì 10 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla scontata proroga dello stato di emergenza fino alla fine del 2020. La Lega si accosta alla sinistra per provare a conquistare la Toscana, mentre il Tar di Trento ha accolto il ricorso presentato dai gruppi animalisti contro l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4. In Turchia il destino di Aya Sofya è nelle mani di Erdoğan. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Salgono per il terzo giorno consecutivo i contagi in Italia. Sono 276 nelle ultime 24 ore, ieri erano stati 229. Quasi la metà, 135, in Lombardia; 53 in Emilia Romagna e 23 nel Lazio. Quattro le regioni senza nuovi casi: Sicilia, Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. Stabile il numero delle vittime 12 come ieri. Calano i ricoveri e i pazienti in terapia intensiva. Gli attualmente positivi in Italia sono 13.428, in calo di 31 unità.
Oggi sono stati comunicati anche i dati del monitoraggio settimanale. Il Ministero della Salute conferma che l’impatto dell’infezione in Italia resta a bassa criticità ma il virus continua a circolare provocando focolai anche di dimensioni rilevanti. 5 le regioni con un indice Rt superiore a 1 dunque sopra il livello di guardia, sono Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio e Piemonte.

Verso la proroga dello stato di emergenza in Italia

(di Anna Bredice)

Ci avviamo verso la proroga dello stato di emergenza fino alla fine dell’anno”. L’annuncio l’ha fatto il presidente del Consiglio Conte questa mattina a Venezia, mentre era in corso la prova di funzionamento del Mose, “non è una passerella” ha aggiunto Conte, e invece aveva proprio tutta l’aria di un evento che lo mette nuovamente al centro della scena, come era accaduto con gli Stati generali. E ora ha fatto l’annuncio della proroga dello stato di emergenza che scade il 31 luglio, un allungamento che potrebbe essere nelle cose, visto che il virus continua a girare e si è deciso di bloccare l’arrivo in Italia dei passeggeri provenienti da 13 paesi con la pandemia in corso, ma per la forma è il modo con cui è stato dato l’annuncio si stanno creando parecchi malumori non solo nell’opposizione come è naturale, ma anche nel Pd e il deputato Stefano Ceccanti ne ha dato voce, “se Conte, ha detto, vuole prorogare lo stato di emergenza venga prima in Parlamento a spiegarne le ragioni”. C’è una pressione da parte del Ministero della Sanità e del comitato scientifico affinché lo stato di emergenza prosegua, per essere in grado, se dovessero in autunno, riaprirsi focolai importanti, di intervenire con i famosi Dpcm. C’è anche il fattore scuola, inoltre, con le decisioni per il rientro a settembre che sono ancora molto indietro, si sa solo che ci sarà bisogno di milioni di mascherine ha detto Arcuri questa mattina. Ma per le opposizioni, e forse il sospetto anche per alcuni nella maggioranza, è che lo stato di emergenza blocchi anche il governo nella condizione attuale, rendendo impossibile un ritorno alla normalità delle dinamiche politiche, che potrebbero verificarsi dopo il voto delle regionali, con una crisi di governo o cambi di maggioranza.

La strategia della Lega per la Toscana

(di Luigi Ambrosio)

Non è la prima volta che spunta il paragone tra la Lega e la sinistra. Lo avevano già proposto Bossi e lo stesso Salvini in passato. Lo fece, 25 anni fa, uno che nel Pci ci era cresciuto, Massimo D’Alema, definendo la Lega “costola del movimento operaio”. Oggi la Lega è uno dei partiti più importanti della destra internazionale e l’accostamento fa scandalo.
Salvini sa che esiste una quota di elettorato che fu di sinistra che oggi guarda alla destra sovranista. In Italia e in tutto il Mondo occidentale. Basti pensare alle dinamiche del voto a Trump o a quelle del referendum sulla Brexit. O alle diffuse simpatie putiniane. E oggi c’è un obiettivo elettorale. Dopo l’estate si voterà per le regionali e per la prima volta la Toscana è diventata terra contendibile. Una regione che dopo gli ultimi appuntamenti elettorali è già finita ampiamente nelle mani della destra, sulla fascia costiera penalizzata dalla crisi e non solo. Ex bastioni rossi come Siena e Pisa sono finiti a destra. La candidata leghista ha rivendicato un Dna familiare resistenziale e di sinistra. Sostiene di riscuotere simpatie a sinistra. La Lega ha una strategia: costringere il centrosinistra al ballottaggio e poi mobilitare tutti i voti di destra, dividendo la sinistra che al primo turno non è unita, non tanto per prendersi quei voti ma per far si che gli elettori di sinistra, delusi, se ne restino a casa. Salvini parla di Berlinguer e non è solo un modo per attirare l’attenzione mediatica. In gioco ci sono elezioni il cui esito potrebbe terremotare il Governo

Trento, sospesa l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4

Il Tar di Trento ha accolto il ricorso presentato dai gruppi animalisti contro l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4 firmata dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, in seguito all’aggressione di due persone. Il tribunale sancisce la sospensione dell’ordinanza richiamando il principio di proporzionalità:
c’è quindi – hanno deciso i giudici – la necessità di mettere in campo altre soluzioni prima di considerare l’uccisione dell’animale.

Marco Galaverni del WWF, una delle associazioni che hanno fatto ricorso al Tar:

 

Turchia, il destino di Aya Sofya nelle mani di Erdoğan

(di Serena Tarabini)

Il consiglio di Stato Turco ha rimesso il destino di Aya Sofya – Santa Sofia nelle mani del Presidente Erdoğan. Si tratta di un pronunciamento storico in quanto annulla una risoluzione che risale al 1934, quando il fondatore della Repubblica Turca, il laico e progressista Mustafa Kemal Atatürk decise che il magnificente edificio nato basilica sotto il Sacro Romano Impero e convertito in moschea dopo la conquista ottomana, doveva diventare un museo. Oggi l’area antistante il monumento è stata transennata dalle autorità turche per scoraggiare eventuali manifestazioni, magari anche accese in quanto il riemergere della questione riconversione a moschea anche in questa occasione, come è ovvio, è stato accompagnato dalle forti lamentele provenienti dalle realtà laiche ed ortodosse del paese e anche di quelle estere. Le motivazioni con cui la massima autorità giuridica turca ha giustificato l’annullamento del decreto precedente sono tecniche, mentre la decisione di Erdoğan avrà una forte valenza politica: un messaggio sia all’elettorato turco di fede islamica in un momento di forte crisi interna del governo, sia a tutto il mondo musulmano. Il presidente per il momento ha firmato un decreto che trasferisce la proprietà dell’edificio al Direttorato degli affari religiosi, e questa sera è atteso un suo discorso in televisione.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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    Il 31 dicembre 2024 è stata una giornata tremenda per la musica italiana. La notizia della morte di Paolo Benvegnù ha colpito duramente le moltissime persone che negli anni sono state toccate dalle sue canzoni, dalla sua voce, dalla sua poesia, oltre che dalla sua straordinaria umanità. Lo amavano le persone che lo conoscevano grazie ai suoi dischi e ai suoi concerti, lo amavano le persone che avevano avuto modo di incontrarlo, di lavorarci, di parlarci anche solo per pochi minuti. Lo amavano i suoi amici, lo amava la sua famiglia, a cui vanno ancora oggi, a un mese dalla sua morte, tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto. Radio Popolare ha ospitato molte volte Paolo Benvegnù nei propri studi, per interviste, minilive e concerti nell’Auditorium: ogni volta è stata speciale. Per questo, nella notte tra venerdì 31 gennaio e sabato 1 febbraio, Radio Popolare ha realizzato una trasmissione speciale in cui riproporre molte di queste registrazioni d’archivio: da un minilive degli Scisma del 2000 fino all’ultima apparizione di Paolo Benvegnù sulle nostre frequenze, l’11 ottobre 2024; in mezzo, altre interviste, un intero concerto in Auditorium e anche alcuni brani che arrivano da un altro archivio, quello di Radio Città del Capo di Bologna, grazie alla preziosa collaborazione di Francesco Locane. Quasi quattro ore di musica e di parole, tutte per Paolo Benvegnù. Che sarà sempre nei nostri cuori. A cura di Niccolò Vecchia

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