Casaleggio se n’è andato, ma il Movimento 5 Stelle non finirà. Ne sono convinti gli attivisti che a centinaia sono arrivati a Milano per dare l’ultimo saluto al cofondatore, considerato con un padre geniale e visionario.
“Realizzeremo noi il tuo sogno”, era scritto sull’unico sobrio striscione ammesso dal servizio d’ordine. Controlli all’entrata e l’ingresso nella Basilica di Santa Maria delle Grazie riservato a eletti (i portavoce), amici e parenti.
Tra le persone fuori in attesa, soprattutto iscritti ed attivisti, oltre a qualche curioso. Tutti convinti che Casaleggio, cosciente della sua malattia, abbia preparato con cura la sua successione. Con l’affidamento della parte tecnica del blog al figlio Davide, e l’ultimo regalo, lanciato nel giorno della morte, la piattaforma online Rousseau, che servirà ad accrescere la partecipazione, votando per leggi, candidati, e offrendo strumenti per dirimere i nodi interni. Il passo di lato di Grillo non fa paura.
Tra gli attivisti, molti sono convinti che siano Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista a dover prendere le redini del Movimento. Lo hanno dimostrato all’uscita del feretro.
Sull’applauso è partito un lungo coro, “onestà, onestà”. Poi gli auspici: “Vinciamo lo stesso”, “Andiamo avanti”, “Grazie Gianroberto”.
Mentre Beppe Grillo si è defilato, applaudito ma non osannato, a raccogliere il testimone sono sembrati proprio Di Maio e Di Battista. Hanno fatto un giro per la piazza, salutando le persone raccolte dietro le transenne ad incitarli, a chiamarli per nome. Poi sono andati a brindare insieme agli eletti e candidati, in un vicino bar. “Chi conosce Gianroberto sa che oggi ci avrebbe detto di spingere sul reddito di cittadinanza che è l’unica salvezza per questo Paese”, ha dichiarato Di Battista. Poi basta. La diffidenza nei confronti dei giornalisti resta la stessa di quando Casaleggio era in vita.