Eddy Merckx nella sua vita ha vinto tre volte la Parigi-Roubaix, una delle corse più dure e prestigiose del pianeta, che domenica a sorpresa è andata dall’australiano Mathew Hayman.
Tra il 1965 e il 1978 ha arricchito il suo curriculum con cinque Tour de France e altrettanti Giri d’Italia, tre Campionati del Mondo su strada, sette Milano-Sanremo e numerose altre classiche.
Per questo lo hanno chiamato il Cannibale, perché agli altri non lasciava che le briciole.
“Merckx non lo faceva per cattiveria, ma per etica sportiva” racconta oggi Claudio Gregori.
Classe 1945, è uno dei più grandi giornalisti sportivi italiani. Ha seguito i principali appuntamenti agonistici del Dopoguerra e li ha raccontati per diverse testate. Mitiche le sue cronache da bordo strada durante le grandi corse a tappe per la Gazzetta dello Sport.
Gregori ha studiato in ogni dettaglio la vita di Merckx, concepito durante la guerra in un Belgio devastato e figlio della propria epoca.
Nel libro Merckx, il Figlio del tuono (edito da 66th&2nd), che prende il nome da un altro dei soprannomi attribuiti al corridore, cerca di farne emergere il lato umano, oltre che quello di atleta senza pari.
Qui la sua intervista a Olio di Canfora: