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Tratto dal podcast
Fino alle otto di lun 11/05 (terza parte)
Fino alle otto | 2020-05-11

La fase 2 in Italia è gradualmente lo scorso 4 maggio e tra una settimana entrerà ufficialmente nel. vivo con la gran parte delle riaperture. Com’è la situazione ad Osnago ad ormai una settimana dalle prime riaperture? Il sindaco Paolo Brivio racconta a Radio Popolare come ci si sta preparando al ritorno verso una quasi normalità, anche se si è deciso di imporre ulteriori limitazioni oltre quelle previste dall’ultimo DPCM.
L’intervista di Serena Tarabini a Fino Alle Otto.
Come sta andando la fase 2 ad Osnago? Avete osservato anche voi la questione della “troppa gente in giro”?
Siamo reduci da una fase uno pesante e drammatica, anche se per fortuna forse nel nostro comune un po’ meno rispetto ai territori immediatamente circostanti. Abbiamo avuto 25 contaminati su una popolazione di 4.800 persone, due decessi di persone anziane correlati ad altri problemi di salute. Una situazione, anche guardando ai tassi di mortalità di marzo e aprile, non così discostata da quella degli anni precedenti; sul fronte sanitario abbiamo affrontato tutti i problemi che i territori lombardi hanno registrato, ma in qualche modo non è stata toccata da eventi oltremodo drammatici.
Riguardo alla fase 2 c’erano e ci sono molte paure ed apprensione, noi sindaci della provincia di Lecco abbiamo adottato la settimana scorsa delle ordinanze per ulteriori limitazioni oltre quelle previste dal DPCM. In particolare tutti insieme abbiamo deciso di vietare l’attività motoria che prevedesse l’accesso con mezzi di trasporto privati, per evitare forme di turismo da fuori. I sindaci di alcuni comuni temevano l’assalto da parte di persone provenienti dalla Città metropolitana e devo dire che forse per la funzione deterrente di queste ordinanza, forse perché la gente è veramente responsabile, l’assalto non c’è stato. Osnago è una delle porte d’accesso al parco del Curone, abbiamo avuto un po’ movimento ma non più di tanto, abbiamo osservato persone che non hanno rispettato le norme ma in numero limitato.
Per quanto tempo verrà mantenuta questa ulteriore limitazione?
L’abbiamo tutti prevista fino al 18 maggio e devo dire che questo ci ha procurato un richiamo dal Prefetto di Lecco, che ci ha ricordato che i poteri di ordinanza del sindaco non devono contrastare le indicazioni nazionali, ma io credo che le ordinanze hanno fondamento nel DCM del 26 aprile, non non vogliamo impedire l’attività motoria ma limitarne alcuni aspetti, e comunque ha funzionato e non si sono verificate le situazioni che, per esempio, avevamo all’inizio di marzo quando l’epidemia stava dilagando e le persone andavano al mare, in montagna al lago come se niente fosse.
Quale umore prevale in relazione all’estate in arrivo?
Tra gli amministratori prevalgono la paura e la prudenza, come è comprensibile che sia. Tra gli operatori del settore prevale l’esigenza di riaprire. Osnago non ha caratteristiche di attrattività turistica elevata, però parlando con gli operatori dei settori, bar o altri tipi di servizi, l’apprensione per il futuro della propria attività è alta. Sono abbastanza tranquillo sul fronte delle aziende, hanno ricominciato a lavorare con attenzione e investimenti sul fronte della sicurezza. Il fronte commerciale mi preoccupato un po’ di più. Ci troviamo di fronte misto di sentimenti, è una fase di transizione.
Cosa ha rappresentato questa emergenza per Osnago? Quali sono state le problematiche principali?
Da punto di vista sanitario non abbiamo avuto i picchi di drammatici che hanno toccato territori a noi vicini, noi siamo a 10 km dalla bergamasca. Di sicuro ha svelato la fragilità di un sistema sanitario dal punto di vista della sua capacità di lavorare sul territorio, di fare prevenzione, di fare accertamenti epidemiologici, lo abbiamo toccato con mano;
Nelle ultime due settimane vedo dei segni di risveglio relativi al fatto che il sistema sanitario nel suo complesso ha intrapreso la strada giusta: per esempio abbiamo ricevuto indicazioni da ATS sul fatto che verranno avviati i test sierologici. Finalmente a livello di sistema si è imboccata una strada di maggiore attenzione. Chiaro, siamo reduci da due mesi di gestione fallimentare, dal mio piccolo osservatorio posso confermarlo. A livello sociale abbiamo riscontrato subito delle condizioni drammatiche. Le do un dato: il bisogno alimentare ad Osnago si è triplicato; noi abbiamo un programma di aiuto alle famiglie in povertà che dura da 10 anni, eravamo attestati sulla ventina di borse alimentari e in poco tempo abbiamo dovuto fare fronte a un bisogno che ha riguardato 74 famiglie e 215 persone singole finora, con altre domande pendenti. Il 5% delle persone ha bisogno di un aiuto per mangiare in quello che è un un territorio ricco. Poi noi abbiamo messo in campo in generale le risorse del volontariato locale che è molto attivo e con cui abbiamo sperimentato forme inedite di collaborazione; oltre alla generosità delle persone abbiamo sperimentato anche la capacità e la disponibilità a collaborare in forme nuove che spero rappresenteranno una risorsa anche per il futuro.
Foto dalla pagina Facebook del Comune di Osnago