E’ stato un pioniere del rock and roll, sia musicalmente che iconograficamente. I suoi successi della seconda metà degli anni ’50 sono l’abbecedario per qualsiasi musicista che si approcci al rock. Tutti Frutti, Long Tall Sally, Rip It Up, Lucille, Good Golly, Miss Molly – solo per citare qualche titolo – sono stati i primi vagiti di un genere musicale che ha rivoluzionato non solo la musica, ma l’intero universo culturale degli
Stati Uniti e di quella parte del mondo che ne ha adottato i parametri. Al secolo Richard Wayne Penniman, Little Richard era nato il 5 dicembre 1932 a Macon, in Georgia. Aveva 11 fratelli ed era stato cresciuto da degli zii predicatori. Venne cacciato di casa con l’accusa di essere gay quando aveva 13 anni e andò a vivere con una famiglia bianca di Macon senza mai dimenticare la passione per la musica. In quegli anni uno dei suoi migliori amici era un certo Otis Redding. Il conflitto tra Dio e la musica del diavolo è stato una costante della sua vita. Basti ricordare che nell’ottobre del 1957, durante un tour in Australia, Richard vide una palla di fuoco attraversare il cielo – in realtà era il satellite Sputnik 1 – e lo prese come un segno di Dio che gli indicava di cambiare strada, e nel 1958 divenne un predicatore, per poi tornare alla musica secolare già nel 1962.
Negli anni di un’America conservatrice e puritana, a lui si deve la nascita del binomio, poi diventato inscindibile, tra rock e trasgressione. Basti pensare che il suo più grande successo, Tutti frutti, era originariamente una canzone sul sesso anale (“Se non si adatta, non forzarlo / Puoi ingrassarlo, renderlo facile”, ha cantato Richard sino a quando si è fatto convincere dal produttore Bumps Blackwell a ‘pulire’ il testo).
Il suo personaggio gender fluid e il suo look sgargiante sono diventati l’estetica stessa del rock’n’roll. Si pensi a Prince, e ai tanti musicisti che hanno fatto del trucco agli occhi con il mascara e degli abiti sgargianti una sorta di divisa.
I suoi successi hanno esercitato una profonda influenza su intere generazioni di musicisti. Tra questi Paul McCartney che ad inizio carriera, con i Beatles, si esibiva proprio riproponendo i successi di Little Richard. Di lui Paul disse: “La sua voce è una cosa selvaggia, rauca, urlante. È come un’esperienza fuori dal corpo “, mentre il chitarrista degli AC/DC, Angus Young, ha dichiarato: “Il modo in cui suona e il modo in cui canta, è arte e scienza, tutto insieme”.
Quello che è certo è che una sua canzone, la già citata Tutti Frutti, lascia in eredità al rock la sua più grande espressione insensata di gioia: “Awopbopaloobopalopbamboom!”
foto | Wikimedia