Sulla pelle delle persone. Quelle che chiamiamo immigrati o, in modo politicamente corretto, migranti. L’ennesimo scontro politico interno alla maggioranza di governo si è giocato sulla loro pelle. Non ci sarà alcuna sanatoria, alcuna regolarizzazione. Nemmeno a tempo.
Ci sarà solo un permesso di soggiorno limitato alla durata del contratto. È come se fosse stato detto a quelle persone che non esistono come cittadini. Esistono solo come braccia per l’agricoltura. Letteralmente.
Cosa è successo: la Ministra dell’Agricoltura Bellanova, di Italia Viva, aveva chiesto una regolarizzazione per sei mesi per gli stranieri che lavorano nei campi. Preoccupata della stagione della raccolta che rischia di andare in malora. Supportata in questo dalle aziende del settore.
Il Movimento 5 Stelle, dentro cui prevale su questi temi una solida cultura di destra, ha detto subito no, inorridito alla sola idea di firmare una cosa che somigli a una sanatoria.
Dal PD si erano levate voci favorevoli a una regolarizzazione, il ministro Provenzano l’aveva chiesta anche per colf e badanti. Alla fine, il compromesso dei permessi a tempo, anche per chi fa lavori domestici.
Ma al di là degli aspetti tecnici, questa storia lancia per l’ennesima volta un messaggio terribile: gli stranieri esistono come forza lavoro. Non esistono come persone.