Arriva per la prima volta in Italia A Yi, esponente della nuova generazione di autori “noir” cinesi, divenuta particolarmente originale e produttiva negli ultimi anni. Il suo romanzo “E adesso?” è già stato tradotto in varie lingue e descrive, senza tralasciare le regole di genere, una “Cina mutante” che A Yi tratteggia con uno stile caratteristico, duro e tagliente, che non fa sconti a nessuno.
Nato nel 1976, a Ruichang, nella provincia dello Jiangxi, A Yi (il cui vero nome è Ai Guozhu) ha scelto la scrittura piuttosto tardi, a 32 anni, dopo avere fatto il poliziotto, il giornalista sportivo e il redattore per una rivista letteraria che dava spazio ad autori emergenti.
Successivamente, è passato a dirigere una collana di narrativa per una grande casa editrice cinese e nel 2008 ha dato alle stampe la sua prima opera, una raccolta di racconti dal titolo “Storie grigie.”
Ma è nel 2010, con “Un uccello mi ha visto“, altra raccolta in cui A Yi confermava definitivamente il suo stile inconfondibile, a procurargli il favore del pubblico e della critica cinesi e successivamente internazionali.
In “E adesso?” si racconta la storia di un adolescente cinese che, dopo una vita apparentemente normale, decide di uccidere, dando un’inevitabile e avventurosa alla sua esistenza. Ma il romanzo tocca anche macrotemi sociali come la differenza fra città e campagna in Cina, le conseguenze indivduali e collettive della politica dl figlio unico e molto altro.
A Yi ci ha raggiunto nella postazione di Radio Popolare a BookPride 16 subito dopo il suo incontro con il pubblico, per un’intervista in diretta in cui ha accettato di parkarci di scrittura, sport, cambiamenti globali e anche censura.
Ascolta l’intervista di Ira Rubini a A Yi