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Memos di mar 05/05
A cura di:Raffaele Liguori
Un’alleanza per mandare a casa Conte, installarsi nella stanza dei bottoni direttamente o con propri uomini e donne, e restaurare il neoliberismo in una forma aggressiva. E’ un’alleanza di fatto che si intravede nelle dichiarazioni del capo della Confindustria (ieri al Corriere della Sera) e nel documento “appello delle libertà al Presidente Mattarella” firmato da Sgarbi, A.Elkann, B.H. Levy, Elena Loewenthal, Luttwak, Paragone, Marcello Veneziani e altri. L’industriale Carlo Bonomi non vuol sentir parlare di stato-imprenditore; gli “appellanti delle libertà” già scorgono il profilo dello statalismo dietro le recenti rivalutazioni dell’intervento statale in economia (da Mazzucato a Prodi). E per questa ragione si ergono a difensori di ultima istanza “della democrazia liberale e dell’economia di mercato” minacciate da ciò che chiamano autoritarismo. Usano le libertà individuali come esercizi di ginnastica democratica svuotati di una sostanza egualitaria (art.3 Cost.). Ecco allora che il sostegno al reddito diventa per l’industriale Bonomi un “distribuire denaro a pioggia ai lavoratori attraverso reddito di emergenza, di cittadinanza e cassa integrazione”. Memos ne ha parlato oggi con Nadia Urbinati, politologa, tra i firmatari dell’appello “BastaAgguati” (cittavisibili.org), un appello che denuncia quella che Urbinati ha definito “una restaurazione neoliberale”.
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